Tra coloro che abitano nelle 2300 baracche messinesi ci sono 47 malati terminali. Persone che rischiano di passare gli ultimi giorni della loro vita tra le lamiere di eternit e le pareti di una delle fatiscenti abitazioni che fanno parte delle ancora esistenti 81 baraccopoli messinesi. E poi ci sono centinaia di invalidi, di anziani, di bambini.
Ad attestarlo una relazione dei medici dell'assistenza territoriale. E a darne notizia Marcello Scurria, presidente di A.Ris.Me, la società che si occupa del risanamento e della riqualificazione urbana. L'avvocato Scurria evidenzia come l'Assemblea regionale, nelle scorse settimane, abbia stoppato un provvedimento proposto dal deputato regionale Danilo Lo Giudice che avrebbe consentito, in deroga alle disposizioni in vigore che stabiliscono le priorità, di assegnare la casa attraverso un canale preferenziale proprio a disabili e ai malati gravi.
«Il provvedimento - spiega Scurria - è stato addirittura ritirato con il placet del Partito democratico. Capisco l'esigenza di ridurre la discrezionalità ma ci sono casi troppo gravi e sono tanti e diffusi su tutto il territorio cittadino. La legge proposta da Lo Giudice avrebbe velocizzato i tempi e le procedure».
Secondo il consigliere comunale Libero Gioveni del Pd il sindaco Cateno De Luca, rispetto al disagio abitativo, avrebbe già la possibilità di assegnare abitazioni in deroga alle graduatorie. L'intervento normativo proposto all'Ars sarebbe stato, dunque, sostanzialmente inutile.
Intanto, l'Agenzia del risanamento procede sulla strada intrapresa dalla sua costituzione. Dopo i 20 alloggi consegnati qualche settimana fa, ne saranno consegnati - almeno è quanto promette Scurria -, altri venti l'11 novembre reperiti sul mercato immobiliare privato. Gli appartamenti che sono stati sottoposti a perizia tecnica sono 350. A Messina ci sarebbero 700 appartamenti acquistabili e 30 mila sfitti. Il talk show “Scirocco”, andato in onda venerdì sera su Rtp, ha puntato i riflettori sul risanamento. Le telecamere sono entrate in una delle 81 baraccopoli a Mangialupi dove è stato raccolto l'appello di un disabile che vive su una carrozzella, in una baracca, da anni.
Giovanni Mastroeni, segretario generale della Cgil, mette sul piatto anche l'enorme povertà vissuta in città da migliaia di persone. «Chiedo - afferma Mastroeni - la convocazione immediata degli “Stati generali” delle parti sociali. Dobbiamo trovare una strada da seguire assieme all'impresa, alle istituzioni, al sindaco». Secondo l'Unione inquilini il mercato libero e la strategia acquisti portata avanti dal Comune non potrà mai sopperire a tutte le esigenze abitative. Per questo, dall'Unione inquilini, parte un appello a seguire più strade. Tra queste il reperimento di nuove risorse come gli ex fondi Gescal finiti nel dimenticatoio. Ci sarebbero alla Regione 160 milioni per Messina destinati al disagio abitativo che coinvolge non solo i baraccati ma altre migliaia di famiglie. «Occorre prendere in considerazione - spiega Gianmarco Sposito - i 30 mila alloggi sfitti privati e i 481 fabbricati demaniali. E ancora le centinaia di appartamenti ed edifici comunali avviando il procedimentodimento dell' autoricostruzione».
Per far fronte alle esigenze tanto dei baraccati quanto delle persone che vivono un grave disagio abitativo, secondo l'Unione inquilini, occorrerebbero almeno cinquemila case.
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