Una tragedia che ha lasciato la città attonita, senza parole. La morte della quattordicenne Aurora De Domenico ha funestato l’estate di Messina.
Si è materializzata ieri sera, in una calda serata di fine agosto, poco prima che il suo sorriso e i suoi modo gentili illuminassero la festa a cui si stava recando.
Su questo nuovo dramma, che ha bagnato di sangue quella che ormai è diventata la strada della morte, la via Consolare Pompea (stavolta a Ganzirri) sta facendo luce la magistratura. Il sostituto procuratore Roberta La Speme già ieri sera ha avviato un’inchiesta, seguendo il solito triste cliché: sequestro del ciclomotore su cui viaggiava la povera ragazza e guidato dal fratello, sequestro della Peugeot 206 Station Wagon che avrebbe tagliato la strada al mezzo a due ruote, esami tossicologici per i due conducenti.
La salma di Aurora adesso si trova all’obitorio del Policlinico, dove ieri sera è deceduta intorno alle 21.30, un’ora e mezza dopo il terribile impatto nel rettilineo che costeggia il Lago grande, nei pressi dell’Istituto ortopedico.
Nelle prossime ore, l’Autorità giudiziaria conferirà l’incarico per l’autopsia che stabilirà le cause del decesso, avvenuto, a quanto pare, per arresto cardiocircolatorio. E nel fascicolo in mano al pm, intanto come atto dovuto, sarà iscritto il nome del guidatore dell’auto, un ventiduenne messinese. Il reato contestato: omicidio stradale.
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