"Sto bene e sono ancora a piede libero!". Inizia così il post con cui il sindaco Cateno De Luca comunica su Facebook il rinvio del processo sul Sacco di Fiumedinisi al prossimo 11 settembre.
Quel giorno, a partire dalle 9.30 in Corte d'appello, si conoscerà il verdetto dei giudici. La tappa giudiziaria di oggi a Palazzo Piacentini è stata caratterizzata principalmente dalla lunga arringa dell’avvocato Carlo Taormina, che insieme al collega Tommaso Micalizzi assiste De Luca. La difesa ha contestato il ricorso contro la sentenza di primo grado presentato dalla Procura e firmato dal procuratore capo Maurizio De Lucia.
In particolare, sottolineati gli “aspetti positivi del Contratto di quartiere” per il territorio di Fiumedinisi, sia dal punto di vista sociale, occupazionale che di protezione civile. “Uno degli obiettivi - ha detto Taormina - era quello di valorizzare l’iniziativa privata e proprio per su questo presupposto il progetto era stato ammesso a finanziamento”. Il discorso di Taromina si è protratto per alcune ore e intorno alle 13, il presidente Celi ha deciso di rinviare il procedimento penale.
De Luca in primo grado aveva incassato un’assoluzione in merito al reato di abuso d’ufficio e prescrizioni per i reati di falso e induzione indebita a dare o promettere utilità (riqualificato dall'originaria tentata concussione).
Il sostituto procuratore generale Adriana Costabile aveva sollecitato alla Corte d’appello la condanna di De Luca a 4 anni e 4 mesi, del fratello Tindaro a 3 anni e 8 mesi, e 2 anni e 8 mesi per Benedetto Parisi, in qualità di presidente della Commissione edilizia del Comune di Fiumedinisi. Imputati anche Pietro D’Anna, Salvatore Piccolo, Giuseppe Bertino e Grazia Rasconà.
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