Si percorre una strada senza ritorno, né scappatoie, che può condurre a una rinascita di Messina. Grazie alla logica del Patto per la Falce, e anche a un recente esposto alla Procura, si fa sul serio, e si libera la Real Cittadella in riva allo Stretto, da costruzioni senza valore e dal degrado, proliferati come un cancro dentro la sua bellezza. Il nucleo di polizia giudiziaria della Guardia costiera, d'intesa con i vertici dell'Autorità portuale, è intervenuto a tutela dei pregiati “padiglioni” utilizzati dall'esercito spagnolo e poi da quello borbonico, nell'area del Bastione S. Stefano.
Meglio tardi che mai, come scrive la Gazzetta del Sud in edicola: è scattata, dunque, con le recinzioni fatte apporre dal nuovo comandante Gianfranco Rebuffat, la riacquisizione al Demanio statale di 2 dei 4 locali della palazzina del 1687, utilizzati abusivamente, al piano superiore, come abitazioni private.
Ciò è stato possibile grazie alla notifica a tutti e quattro i nuclei residenti senza titolo, di una formale notizia di reato che si è aggiunta alla precedente ingiunzione di sgombero.
In 2 dei 4 casi, il rilascio dell'immobile è stato già possibile, da parte di un occupante cingalese e di una signora ormai trasferitasi al Nord. Negli altri due casi dove l'occupazione permane, invero, i due nuclei occupanti si rendono ben conto di come tale sito sia sempre più visitato ed amato dai Messinesi, ma, dichiarandosi in forte difficoltà economica, invocano una soluzione abitativa. Fermo il rispetto dovuto alle persone (in un'abitazione vive una persona anziana) la soluzione non potrà essere una “proroga” nella palazzina del 600.
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