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Depuratore di Capo d'Orlando, è rischio inquinamento: urge appalto da 6 milioni

Depuratore di Capo d'Orlando

La nuova forma di conferenza dei servizi, quella definita con un parolone “dematerializzata”, cioè senza obbligo di presenza ma richiedente l'invio di email per esprimere pareri e suggerimenti, non ha sortito gli effetti sperati e così per il nulla-osta al progetto di ampliamento del depuratore di Capo d'Orlando bisogna attendere ancora.

L'appuntamento è per il prossimo 30 aprile, ore 11, negli uffici della Sogesit, la società incaricata dal commissario delegato per l'emergenza idrica nell'isola. All'appuntamento si recherà il sindaco paladino Franco Ingrillì per cercare di by-passare alcune prescrizioni che Palermo ha posto sul progetto presentato a suo tempo. Vincoli che, secondo il primo cittadino, potranno essere superati facilmente dalle argomentazioni che produrrà. In pratica, provvederà a dimostrare che l'adeguamento proposto per il depuratore non necessita di scavi e quindi di nulla osta della Soprintendenza. Il progetto presentato dal Comune dovrebbe ottenere un finanziamento di circa sei milioni di euro in considerazione del fatto che quello originario è stato ampliato con la previsione del rifacimento di tutta la condotta sottomarina che porta al largo del mare di Tavola Grande i liquami depurati. Una condotta di circa un chilometro, più lunga di quella che esisteva per l'attuale depuratore. Da tempo, infatti, quella condotta è rotta e i liquami depurati si disperdono in mare e vicino alla battigia.

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