Ordine di carcerazione per estorsione aggravata dal metodo mafioso. E’ quanto emesso dalla procura generale presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria ed eseguito dai carabinieri della Stazione di Acquedolci a carico di un 59enne condannato in via definitiva per il reato di estorsione continuata, aggravata dal metodo mafioso, alla pena residua di 2 anni, 7 mesi e 20 giorni di reclusione.
L’uomo era stato arrestato nel luglio del 1999 nell’ambito dell’inchiesta «Barbarossa», coordinata dalla Dda di Messina, le cui indagini avevano svelato molti episodi di intimidazione e richieste estorsive dei clan nebroidei alle ditte impegnate, nella seconda metà degli anni '90, nei lavori di completamento dell’autostrada A20 Messina-Palermo.
Lo scorso 19 marzo, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dall’imputato, rendendo definitiva la sentenza di condanna della Corte d’Appello di Reggio Calabria che ha pertanto emesso il provvedimento di carcerazione dopo avere determinato il periodo residuo di pena da scontare. L’arrestato è stato condotto nel carcere di Messina Gazzi.
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