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Assenteismo all'ex Provincia di Messina, 44 richieste di condanna: ecco tutti i nomi e le pene proposte

La sede dell'ex Provincia di Messina

Quarantaquattro richieste di condanna. E tredici d’assoluzione. Per una delle più importanti inchieste sull’assenteismo realizzate a Messina. In questo caso il “Natale di fuoco” nel 2012 alla ex Provincia Regionale, quando decine di dipendenti vennero beccati in quel mese di dicembre dalle telecamere della Digos, mentre entravano e uscivano a piacimento, manomettendo il fatidico “foglio-firma”, oppure mentre rimanevano tranquillamente a casa e c’era qualcuno che “strisciava” il badge di presenza per loro conto.

È stato il giorno dell’accusa ieri mattina al processo sui dipendenti assenteisti dell’ex Provinciale Regionale, l’inchiesta che nel 2015 portò a una lunga scia di informazioni di garanzia. Processo che si sta avviando alla conclusione davanti al giudice monocratico della seconda sezione penale Fabio Pagana. Prossima udienza il 21 marzo, proseguiranno le arringhe difensive.

Ieri è stato il pm Annalisa Arena a formulare le richieste per conto della Procura, depositando anche una requisitoria scritta in cui tratteggia l’intera vicenda, la normativa di riferimento, lo sviluppo delle indagini della Digos, e le singole posizioni dei 57 imputati del processo, quasi tutti accusati di truffa ai danni dello Stato, due in meno rispetto ai 59 indagati iniziali.

Nel dettaglio il magistrato dell’accusa ha richiesto 44 condanne ricomprese tra un anno e un anno e sei mesi di reclusione, comprensive di multe. Poi ha sollecitato 13 assoluzioni totali, 12 con la formula «perché il fatto non sussiste» e una con la formula «per non aver commesso il fatto», e 11 assoluzioni parziali.

Nel tratteggiare la vicenda, in più casi singoli il pm ha ricordato come, oltre all’attività di registrazione video della Digos alle varie uscite di Palazzo dei Leoni, sia stata decisiva l’attività di pedinamento degli investigatori. Che beccarono parecchi dipendenti, ufficialmente in servizio alla ex Provincia, che in realtà avevano tranquillamente abbandonato la sede dell’ente. Magari tornando a casa in auto oppure, sempre in auto, andando a fare i propri comodi in giro per la città.

Ecco il dettaglio delle richieste di condanna: Rosario Anastasi, un anno e un mese; Francesca Sofia, un anno e un mese; Teodora Scandurra, un anno e un mese; Paola Franciò, un anno e 4 mesi; Umberto Andò, un anno e 6 mesi; Demetrio La Torre, un anno e 4 mesi; Giuseppe Di Giorgio, un anno e un mese; Giovanni Pinto, un anno e un mese; Graziella Currenti, un anno e un mese; Santo Arrò, un anno e un mese; Andrea Valenti, un anno e un mese; Antonino Bonansinga, un anno e 3 mesi; Ettore Grimaldi, un anno e 3 mesi; Gaetano Mangano, un anno e un mese; Roberto Branca, un anno e 3 mesi; Giovanni Liotta, un anno e 3 mesi; Antonino Infondenti, un anno e un mese; Anna Burrascano, un anno e un mese; Giovanni Tripodo, un anno e un mese; Daniela Cucè Cafeo, un anno e un mese; Giovanni Loria, un anno e un mese; Salvatore Libro, un anno e 3 mesi; Giuseppe Gemelli, un anno e 6 mesi; Santo Mondello, un anno e 2 mesi; Mario Micali, un anno e un mese; Maurizio La Spina, un anno e 3 mesi; Maria Caputo, un ano e 3 mesi; Rosario Mondelli, un anno e 3 mesi; Orazio Lombardo, un anno e un mese; Maria Giovanna Militello, un anno; Carmelo Gambadoro, un anno e un mese; Natale Chillemi, un anno e un mese; Domenica Mangraviti, un anno e 2 mesi; Domenica Di Fini, un anno e un mese; Angela Rosalba Melita, un anno e 2 mesi; Daniele Santi Piccione, un anno e 2 mesi; Giuseppe Giacobbe, un anno e un mese; Alfredo Misitano, un anno e 3 mesi; Luigi Triglia, un anno e 3 mesi; Cosimo Pistorino, un anno e un mese; Santo Patanè, un anno e un mese; Angela Criscillo, un anno e un mese; Alfio Tiano, un anno e 3 mesi; Marisa Passalacqua, un anno e un mese.

L’assoluzione totale dai capi d’imputazione contestati, con la formula «perché il fatto non sussiste», è stata richiesta per: Salvatore Gullì, Caterina Basile, Pasquale Retti, Santi Paladino, Rosario Bruschetta, Antonino La Camera, Carmela Caiezza, Placido Giordano, Nicola Libro, Rosa Arnò, Carmela Sedia e Francesco Cristaudo. L’assoluzione è stata richiesta, ma con la formula «per non aver commesso il fatto», anche per Santo Bonasera (in relazione a questa assoluzione il pm Arena ha chiesto anche la «trasmissione atti per procedere nei confronti di Russo Domenico»).

Richieste di assoluzioni parziali da alcuni capi d’imputazione hanno registrato poi: Umberto Andò, Demetrio La Torre, Giuseppe Di Giorgio, Roberto Branca, Giovanni Liotta, Anna Burrascano, Giuseppe Gemelli, Santo Mondello, Mario Micali, Rosario Mondelli, Marisa Passalacqua.

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