«Si registrano a Messina vacanze degli organici, ben 12 posti di giudice, presso i Tribunali di Messina, Barcellona Pozzo di Gotto e Patti, per altro ridotti, in conseguenza della esplicitata scelta di politica giudiziaria». A dirlo il presidente della Corte di Appello di Messina Michele Galluccio stamane durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario.
«Per sopperire alle esigenze di sviluppo del nord, - prosegue Galluccio - si sono sottratte risorse al sud, invece di promuoverne lo sviluppo, anche attraverso una giustizia efficiente, unanimemente ritenuto fattore di crescita; e tanto è avvenuto in presenza di una produttività media dei magistrati del distretto che si colloca nella fascia più alta tra i tribunali italiani e del dato, relativo al numero di procedimenti pendenti, in media, a carico di ciascun magistrato, che è, anch’esso, tra i più alti d’Italia, quale inevitabile conseguenza del pesante arretrato che condiziona il rendimento della giustizia nel distretto».
«Alla carenza del personale di magistratura- ha aggiunto Galluccio -, si è cercato di sopperire, facendo appello alla magistratura onoraria, mentre l’unico magistrato distrettuale assegnato alla Corte, appare assolutamente insufficiente a fronteggiare le frequenti vacanze di fatto, per malattia e per gravidanze e maternità. A ciò si aggiungano i vuoti di organico del personale di cancelleria, al cui fabbisogno si sopperisce, oltre che con i comandi e i distacchi e le applicazioni, con acquisizione di personale proveniente da altre amministrazioni».
Per quanto riguarda la realizzazione del secondo palazzo di giustizia «la sensazione è che ci si trovi in mezzo al guado. La precedente Amministrazione - prosegue - aveva prospettato la possibilità dell’utilizzo delle aree dell’Ospedale Militare, con soluzione i cui vantaggi apparivano costituiti dalla esistenza stessa delle strutture edilizie, seppur bisognevoli di adeguamento, dalla relativa vicinanza con il palazzo di giustizia, dalla esistenza di collegamenti viari e della dotazione di parcheggi».
«Nel febbraio 2017, dopo una lunga gestazione - ricorda Galluccio - la soluzione di utilizzare l’ex ospedale militare ha avuto l’avallo del Ministero della Giustizia. Rimane l’incognita ove si dovesse proseguire nella vecchia opzione dell’Ospedale Militare, sulla concreta possibilità - a fronte di un finanziamento falcidiato per effetto della inflazione medio tempore maturata e decurtato dell’importo corrispondente allo storno - che le somme residue siano o meno sufficienti a sostenere i costi di ristrutturazione e adeguamento delle già esistenti strutture edilizie dell’ospedale militare, quando - nei tempi del tutto imprecisati e incerti in cui si dovesse concretizzare la loro dismissione - si potesse dar corso a tali interventi. Di recente, la nuova Amministrazione ha manifestato una diversa opzione per la realizzazione del manufatto, localizzandolo nel sito dell’area comunale parcheggio di via la Farina, con un costo preventivato di circa 40 milioni di euro. Anche questa soluzione apre una serie di ulteriori incognite. Ora si deve comprendere in quale delle due direzioni procedere».
Quanto ai numeri: «Significativi progressi al tribunale di Messina si apprezzano anche sotto il profilo della durata dei processi, atteso che la pendenza ultradecennale è praticamente azzerata ( 0,20%), quella relativa agli anni anteriori al 2010 è di appena l’1,20%; quella dei procedimenti iscritti negli anni 2010-2014 si aggira sul 18%, quella degli anni 2015-18 circa il 80%. Nel dettaglio, si registra una consistente e costante diminuzione della pendenza civile, passata da 4.042 al 30.6.2015, a 2.918 al 30.6.2018 ( con un decremento di circa il 30% in tre anni). Le sopravvenienze del settore (930, stabili rispetto all’anno precedente) sono ampiamente controbilanciate dalle definizioni ( complessivamente 1.369)».
Il presidente della Corte d’appello auspica che la situazione possa ulteriormente migliorare: «la previsione di riduzione della pendenza per gli anni a venire sarà, prudenzialmente, intorno al 10% l’anno, ovverossia di circa 300 procedimenti l'anno, con conseguente possibilità di avvicinarsi, se non di attingere, nei prossimi due/tre anni, periodo di durata (per altro prorogabile) dell’incarico quinquennale dei Giudici Ausiliari, ad una pendenza doppia della sopravvenienza annua, che collocherebbe la Corte d’Appello di Messina tra gli uffici che costituiscono il modello tipico ideale».
«In questo ultimo anno è in aumento la sopravvenienza di procedimenti per reati contro la pubblica amministrazione, quali corruzione ( +18%), mentre diminuiscono quelli di concussione (-25%), e di peculato( -25%). In aumento del 25% i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso - dice il presidente della Corte di Appello messinese -. Per quanto concerne i reati inerenti la sfera sessuale e la pedofilia, non si segnalano variazioni di rilievo nel periodo di riferimento; in aumento del 6% i reati di stalking. Diminuiscono gli omicidi dolosi (-38%) e gli omicidi colposi ( -19%), in particolare quelli per infortunio sul lavoro (-91%)e quelli da circolazione stradale ( -23%), mentre aumentano i procedimenti per lesioni colpose da infortunio sul lavoro (+17%) e da incidente stradale (146%) e, in maniera esponenziale, i procedimenti per responsabilità colposa per morte o lesioni in ambito sanitario ( +933%).
«I reati in tema di traffico e spaccio di stupefacenti registrano un aumento del 24% - continua -. Diminuiscono i furti in abitazione, le rapine, l’usura (+15%), mentre aumentano quelli di riciclaggio. In forte aumento le bancarotte e i reati in materia informatica. I dati statistici rilevano variazioni in diminuzione (- 17%) per i reati in materia di inquinamento di cui al Decreto Legislativo 152/06 e per le lottizzazioni abusive. In forte aumento i reati il numero dei procedimenti a carico di cittadini extracomunitari per violazione delle norme in tema di immigrazione».
Galluccio sottolinea il problema della prescrizione dei reati: «Sono state pronunciate - ha detto - sentenze di prescrizione in percentuale dell’8% in sede di indagini preliminari, dell’11% in dibattimento di primo grado (sia monocratico che collegiale) e del 21% in fase di appello. Sono stati definiti con la prescrizione dei reati, nell’anno di riferimento - ha aggiunto - 950 procedimenti, su complessivi 4.338, con una incidenza percentuale del 21,4% dimezzata rispetto agli anni precedenti, ma pur sempre significativa».
«Dati in netto miglioramento rispetto a quelli degli anni precedenti, ma che comunque denotano la mancata tenuta del sistema, con conseguenze non più tollerabili, essendo contrastante con il senso di giustizia che per un medesimo fatto, il suo autore venga punito, ovvero dichiarato, invece, esente da pena, per prescrizione, a seconda che l’abbia commesso in una determinata circoscrizione territoriale, dove il carico di lavoro consente al giudice tempi rapidi di definizione, piuttosto che in altra sede, contrassegnata da lentezza della macchina giudiziaria con effetti dirompenti in termini di credibilità, conclude Galluccio.
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia