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Banchieri lancia il “nuovo” Messina: "Con la panchina possiamo spaccare le partite"

Analisi del tecnico a tutto tondo, dagli ultimi arrivati ai punti di forza della squadra. «Trodini e Luciani giovani ma forti»

Soddisfatto del mercato, carico su ciò che dovranno essere i prossimi mesi del Messina dopo i primi quattro punti conquistati in due partite: Simone Banchieri ha le idee chiare e la voglia di raggiungere il traguardo salvezza. Importante per l’Acr e per la propria carriera. «Con il direttore Domenico Roma abbiamo condiviso tutte le operazioni. Sul gong sono arrivati tre elementi utili, alcuni bravi e parecchio prospettici come Haveri, che dopo un super campionato a Rimini era stato preso dal Torino - ha detto l’allenatore intervenendo ad “Antenna Giallorossa” su Rtp -. Gelli lo conosco dai tempi del settore giovanile della Fiorentina. Meli è un ottimo portiere. Anche aver tenuto Krapikas è un bell'acquisto, era importante che non andasse via. Così come Garofalo che aveva offerte dall'Ascoli».
Centrocampo super. Garofalo che a centrocampo ora ritrova un reparto forte e completo, con due elementi che su tutti spiccano: «Crimi, sia per come incarna lo spirito Messina ma anche per come gioca a calcio, è fondamentale - ammette Banchieri -. Poi c’è Buchel che ha tempi, sa gestire il gioco, non è casuale che contro il Latina abbiamo segnato nel momento in cui stavamo soffrendo. Si è inventato quel passaggio che poi era simile a quello provato a Caserta nel quale De Sena prende il palo interno. E poi c’è anche Garofalo che ha importanza enorme per caratteristiche. Segna, s’inserisce, attacca la porta, macina chilometri e aiuta i compagni».
«Se gli under sono forti, giocano». Sulla trequarti, sabato scorso è stato buttato subito nella mischia Tordini, giocatore che Banchieri conosce bene: «L'ho avuto a Novara, lo avevamo preso dall'Inter, avevamo vinto insieme nel settore giovanile e l'ho fatto debuttare a 16 anni in prima squadra. A Lecco ha contributo alla promozione in Serie B, serviva contro il Latina un profilo con personalità, petto in fuori e spigliato nel fare le scelte. Se i giovani sono forti, non c’è bisogno di minutaggio. A proposito di under, fiducia anche in Luciani, nonostante una prima parte di stagione con tante ombre. Coccolato in settimana e titolare nell’ultima sfida: «È un ragazzo forte, fisicamente e tecnicamente. è prospettico, ha caratteristiche che vorrei sempre vedere in un attaccante. Dà profondità ma è anche veloce, prestante fisicamente. paradossalmente è inconsapevole del suo valore, quindi questo va quotidianamente alimentato».
Jolly e corsia mancina. Tra i nuovi, impatto sicuramente positivo per Bright Gyamfi: «Non lo scopro io. È stato bravo Roma a prenderlo, ha vinto un campionato in Serie B a Benevento ma arriva da Cosenza dove era ai margini da tempo. È duttile, può giocare su entrambe le fasce ma anche da centrale dietro. Ci dà alternative, anche perché Ingrosso non sta benissimo, si sta allenando a parte per un problema al flessore». Quindi col Picerno sabato prossimo potrebbe toccare a lui o subito ad Haveri.

Tante frecce. Una delle armi del “nuovo” Messina, è anche la possibilità di pescare bene dalla panchina: «Fa la differenza - dice Banchieri -. il piano gara spesso si fossilizza sui titolari, ma dentro la partita ce ne sono almeno tre. E ce n'è una che inizia al 65'. Noi col Latina abbiamo sfruttato De Sena che ha spaccato la partita, Costantino abile a tenere palla provando a sfruttare occasioni, Pedicillo che rientrava da un fastidio muscolare ma ha tanta qualità e può giocare da mezzala o trequartista. Ancora non abbiamo impiegato Vicario, Chiarella e Dell’Aquila che hanno qualcosa che a noi servirà molto, l'uno contro uno, il cambiare passo, creare superiorità. In certe occasioni serviranno giocate risolutive, quando non ci saranno spazi. Ma penso pure a Morichelli, entrato per giocare a cinque e soffrire tutti insieme».

I 2-3 sistemi di gioco. E proprio sull’impostazione tattica ribadisce quanto già detto nei giorni scorsi: «Questa squadra può riconoscere almeno 2-3 sistemi di gioco. In attacco possiamo giocare con un trequartista e due punte come fatto col latina nel secondo tempo, due trequartisti e una punta, ma anche tre trequartisti e una punta, che mi piace di più del 4-3-3, Abbiamo queste caratteristiche, ci lavoreremo. Al momento bisognare dare certezze, poi si aggiungerà qualcosa quando tutti staranno bene e si creerà la giusta relazione empatica tra loro».
L’atteggiamento. Infine un pensiero sulla proprietà: «L’impatto è stato corretto, sono stati diretti venendo al campo, alla partita, nello spogliatoio. Questo pesa. Ci hanno chiesto la salvezza ma soprattutto lo spirito da Messina, che è emerso nelle prime partite e che sto cercando di trasferire io da quando sono arrivato».

 

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