Un tempo regalato all’Altamura e il Messina si risveglia bruscamente, incassando una sconfitta pesante, sul piano della classifica e su quello del morale, che spegne quelle velleità scaturite dal sofferto e combattuto pari conquistato a Catania e dalla vittoria di rigore con il Giugliano. Risultati che, riavvolgendo il nastro della gara del “San Nicola”, appaiano già come un ricordo lontano.
Basta poco. La squadra biancoscudata, travolta nel primo tempo da un Team Altamura semplicemente solido e ben organizzato, ha incassato due gol senza colpo ferire in appena 24’ e il passivo poteva essere anche più pesante se solo i pugliesi fossero stati più cinici. E al gruppo biancoscudato non resta che aggrapparsi ai soliti alibi: arbitraggi da contestare, sfortuna e occasioni non concretizzate nella ripresa, quando Modica sconfessa sé stesso e le scelte del primo tempo con i tre cambi operati nell’intervallo. Basti pensare che Anatriello va in gol al primo pallone toccato, mettendo subito in crisi la difesa di casa.
Il silenzio dei colpevoli. Il Messina protesta per la rete di De Santis con Garofalo a terra, per il rigore concesso per il goffo fallo di mano di Manetta, per l’espulsione per doppia ammonizione di Lia (primo giallo per proteste in occasione del rigore concesso al Team Altamura, secondo per un intervento in scivolata su Rolando) e per il rigore non assegnato a Ortisi nel contrasto con Bumbu. Quest’ultimo è l’unico vero episodio al quale appellarsi, ma su questo piano la strategia comunicativa del Messina è fallace, specie in un momento in cui servirebbe piuttosto una seria autocritica da parte della guida tecnica e della società.
Pensare al campo. Modica, invece, resta in silenzio, senza spiegazioni né assunzioni di responsabilità, atteggiamento divenuto inaccettabile nei confronti della tifoseria. Spiegare le proprie scelte, analizzare la partita, accettare le critiche su cambi e calciatori scelti, alcuni dei quali, attraverso le prestazioni fornite, continuano a dimostrare di non essere all’altezza delle esigenze di un campionato complesso come la Serie C. Il duo Luciani-Re, schierato dal primo minuto al “San Nicola”, ha deluso ancora una volta le attese e anche il cambio Petrungaro-Cominetti non ha dato i dividendi sperati, confermando lo scarso impatto con il campionato dell’ex RG Ticino che va ancora alla ricerca del primo gol in carriera tra i professionisti. Il Messina oggi non può permettersi di aspettare l’esplosione di calciatori di belle speranze, sperando in una svolta simile a quella avuta lo scorso anno da Zunno: pensare al campo e alle questioni tecniche, prima delle ragioni economiche (leggere alla voce minutaggio) dovrebbe essere l’unico obiettivo da perseguire.
Aggrapparsi al mercato. Restano quattro partite per chiudere il girone d’andata, con il Messina che affronterà tre scontri diretti cruciali con Turris, Foggia e Juventus NextGen. La squadra è ancora terzultima, ma il rischio che la lotta per la salvezza si complichi è sempre più dietro l’angolo. Sarà necessario intervenire massicciamente sul mercato già dai primi giorni di gennaio e in ogni zona del campo, sperando che ci siano calciatori disposti ad accettare la sfida biancoscudata dopo i tanti rifiuti incassati in estate.
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