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Messina, per il ds scelta ristretta a tre nomi: Calaiò, Chiavaro e Pellegrino

Con soli cinque giocatori sotto contratto la società deve organizzarsi per il mercato

Piccoli passi nella definizione del futuro del Messina dopo la conferma di Giacomo Modica e la probabile nomina di Saverio Provenzano come direttore generale. Resta da definire la casella di direttore sportivo: in corsa Umberto Calaiò (favorito, seppur eventualmente come responsabile dell’area tecnica), Agatino Chiavaro e, sullo sfondo, Maurizio Pellegrino, ufficialmente non ancora contattato, ma “sponsorizzato” da qualche consigliere del club.
Nessuna strada porta a… Roma. Il capitolo Domenico Roma può considerarsi definitivamente chiuso, a meno di clamorosi colpi di scena dell’ultima ora. Il silenzio dopo gli incontri di fine maggio ha fatto la differenza, oltre ad alcuni paletti che erano stati posti inizialmente sul rinnovo della collaborazione. Nell’ultimo periodo ci sono stati dei contatti informali con il dg in pectore Provenzano e con lo stesso presidente Sciotto, ma la situazione si sta evolvendo verso altre direzioni, con Roma che a questo punto è a un passo dall’accordo con il Foggia.
Ha sperato e atteso una conferma che probabilmente avrebbe anche meritato Roma, guadagnandosi la considerazione in virtù di quanto fatto lo scorso anno. Tanti casi delicati (logistica, organizzazione, problemi arbitrali) che male si sono conciliati con l’assenza di alcune figure apicali, su tutte quella di un dirigente di peso che potesse curare a 360° le necessità di proprietà, staff tecnico e gruppo squadra. Tra luci e ombre e con il budget a disposizione, il lavoro di Roma merita almeno la sufficienza: dalla ferma convinzione nelle qualità di Zunno, esploso definitivamente dopo il derby d’andata con il Catania, alla scoperta del moldavo Dumbravanu, oggetto misterioso alla Spal, ma che a Messina ha dimostrato di poter essere un difensore centrale affidabile. Ma anche la pecca dell’annosa vicenda relativa all’assenza di un terzino sinistro di ruolo, compensata dalla buona annata dell’adattato Ortisi, alla fine punto fermo dello scacchiere di Modica.
Sguardo al futuro. L’annata peloritana è servita a Roma per suscitare l’interesse del Foggia, oltre a quello di Casertana e Fidelis Andria, e i satanelli ne faranno il prossimo uomo mercato. Mentre il Messina procede a piccoli passi, anche a causa dei problemi di salute del presidente Sciotto, verso una struttura societaria maggiormente adeguata a un campionato professionistico. D’altronde proprio Saverio Provenzano è stato chiaro, a proposito della sua: «Ho il mio background, quindi il mio ruolo sarà da stabilire». Niente improvvisazioni, uomini giusti al posto giusto e nessuna invasione di campo, con Angelo Costa, un anno fa direttore organizzativo, che resterebbe come anello di congiunzione dopo la chiusura (anche brusca) del rapporto prima dell’ultima gara a Monopoli e la riapertura dei giorni scorsi.
Chi ha tempo… Le sette settimane di silenzio quasi assoluto dopo la fine del campionato sono state interrotte solo da un paio di lettere aperte del presidente Sciotto e dall’incontro-conferenza in un bar cittadino con Giacomo Modica, la cui conferma biennale peraltro non è stata ancora ufficializzata. Resta una stretta di mano tra due persone che si stimano a suggellare la prosecuzione del rapporto professionale, ma in casa Messina si è consapevoli di essere in ritardo sull’ideale tabella di marcia.
La situazione non è ancora allarmante, ma a una manciata di settimane dall’inizio del ritiro e a 51 giorni dal primo impegno ufficiale (11 agosto, debutto in Coppa Italia), sarebbe stato importante avere un quadro decisamente più chiaro.
I soli cinque giocatori sotto contratto (Emmausso, Franco, Frisenna, Manetta e Salvo) e pochi altri “rinnovabili” (Fumagalli, Giunta, Lia, Luciani, Ortisi e Plescia) danno la dimensione di come anche quest’anno si andrà incontro a una profonda rivoluzione.

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