C’è una piazza che ha voglia di tornare a infiammarsi, di gasarsi per l’ingaggio di un attaccante dai gol pesanti, di sognare un stagione in grande, di popolare lo stadio sperando in grandi traguardi. Sotto la cenere cova il desiderio di tornare grandi, di competere per qualcosa di ambizioso, di farsi trascinare dall’entusiasmo di una tifoseria che dietro le gesta della propria squadra sia unita, senza divisioni e barricate tra i pro e contro qualcuno. Come purtroppo è stata storia costante negli ultimi anni vissuti alla ricerca di un “nemico” terzo per cercare di coprire e allontanare mancanze e responsabilità oltre i risultati raggiunti nella salvaguardia faticosa della categoria. Un traguardo sicuramente da apprezzare, ma non per questo nel quale per forza sentirsi al livello massimale, perché Messina può e deve ambire a qualcosa di diverso, non rassegnandosi al vivacchiare in terza serie. Le presenze al “Franco Scoglio”, seppur “sollecitate” da promozioni speciali e frangenti positivi in classifica, sono la prova che si può e si deve provare ad alzare l’asticella, cercando perlomeno i playoff.
C’è voglia di tutto questo, che passa da un piano chiaro e lungimirante, da una struttura societaria solida e riconoscibile, da un settore giovanile proprio che possa fungere da fucina per la prima squadra e per tutto il movimento locale e allo stesso tempo faccia da “garante” sulle prospettive reali del progetto, mentre sin qui è stata spesso e volentieri rivoluzione, negli uomini e negli accordi presi la stagione precedente. Ovviamente servono gli impianti per potere sviluppare queste attività, in questo senso le responsabilità vanno divise con la politica, ma resta in seno alla società provare a immaginare quali possano essere le migliori soluzioni, in città o in provincia, per garantire all’Acr ciò di cui ha bisogno. La sintonia che pare reggere con l’Amministrazione Basile può sicuramente portare, come già accaduto, a combinazioni positive, ma è tutto il complesso che deve funzionare come una macchina che cammina nel miglior modo possibile, evitando problematiche logistiche e possibili alibi per chicchessia.
Quali sono le idee in questo senso? Saperlo, per tempo, potrebbe magari dare la sensazione che si stiano facendo le cose con un’idea ben precisa, senza affidarsi ai salvatori della patria (veri o presunti, perché alcuni hanno speculato sui buchi programmatici spacciandosi per ciò che poi non erano, altri invece hanno realmente lottato per fare funzionare le cose) che si sono susseguiti in questi anni.
Cosa accadrà stavolta? Come sempre di questi tempi, regna l’attesa, peraltro silenziosa. Perlomeno stavolta si sta evitando il tira e molla del lascio o rilancio. Le conferme del ds Domenico Roma e dell’allenatore Giacomo Modica sembrano possibili, potrebbe essere un buon viatico per proseguire su una strada tracciata che ha prodotto buoni riscontri tecnici, di gioco e anche di risultati (senza errori arbitrali evidenti, leggerezze e cali di rendimento potevano essere anche migliori). Se sia la scelta giusta non sta a noi dirlo, l’importante è che se si deciderà di imboccare una via diversa, lo si faccia per tempo evitando le solite corse contro il tempo, altra tendenza stagionale di questo Messina. Il puntare in alto non è legato solo ad avere un budget all’altezza di ciò, ma anche e soprattutto avere una mentalità che permetta di crederci e renderlo realtà. Convincendo tutte le componenti, perché se la miccia si accende Messina sa essere seconda a nessuno, pronta a giocarsela con tutti, come la sua storia insegna.
Messina, c'è bisogno di far riesplodere la passione
Il budget non è l’unico mezzo per puntare in alto. Servono uomini, un progetto completo e unità d’intenti. La piazza ha potenzialità per infiammarsi, quali sono le ambizioni?
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