Ultima gara casalinga per il Messina, che oggi sfida il Potenza per mettere un sigillo sulla salvezza già ipotecata contro il Monterosi e non arrivata al “Massimino” di Catania, seppur i giallorossi avrebbero meritato di far punti. Una goccia di rimpianti che si aggiunge ad altre accumulate durante il campionato, specie nel girone di ritorno, per una squadra che guardando alle prestazioni ha mostrato di avere tutte le carte in regola per potere ambire a un posto tra i playoff, ormai però diventato chimera. Il calcio è anche questo, piaccia o meno, determinato pure da episodi, sviste arbitrali, in alcuni casi peso “politico” societario, ingenuità evitabili e altri elementi che possono incidere oltre la qualità di un gioco spesso di livello alto, pari se non superiore a formazioni che oggi stanno davanti all’Acr.
Fatto 30, serve il 31
L’ultima sconfitta del Cibali nel derby, è il punto da cui ripartire in vista della partita di oggi: «Il fastidio per come è arrivata la sconfitta c’è - ammette mister Giacomo Modica alla vigilia del match odierno (ore 20 al “Franco Scoglio”) -, più che altro perché dopo dieci rigori chiari che non ci vengono concessi, ce ne viene chiamato uno contro di quel tipo. Credo che abbiamo fatto il nostro dovere e ci possiamo rimproverare poco, ma abbiamo subito un’altra ingiustizia non piacevole da digerire, specie se diventa routine. Un rigore che ha visto solo l’arbitro in tutto lo stadio e che ha destato tanta amarezza. Ora ci troviamo a giocare questa gara in casa, l’ultima dell’anno e vogliamo disputarla con il piglio giusto. Abbiamo fatto 30 e dobbiamo fare 31 con dedizione e responsabilità, con il giusto approccio a livello psicologico, nervoso e fisico».
Campo e “radiolina”
Al Messina basterà vincere per conquistare matematicamente la partecipazione alla quarta stagione consecutiva in Serie C. Oppure attendere il risultato del Monopoli a Crotone, al netto di altri intrecci possibili in caso di sconfitta. Testa al campo e orecchio alla “radiolina”?: «Cerco la piena maturità della squadra, l’autonomia nel risultato senza pensare agli altri. Andiamo avanti per la nostra strada e dobbiamo vincere per rispettare la gente che ci ha seguito tutto l'anno. Il desiderio è prendere l'ultimo applauso dal nostro pubblico, facendo qualcosa di bello». E aspettando il momento per togliersi qualche altro sassolino: «Una volta raggiunto l'obiettivo, parleremo delle angherie subite», ha aggiunto Modica riprendendo tra le righe il post-Monterosi.
Avversario e formazione
Che avversario avranno di fronte i biancoscudati? «Penso più a che Messina troveranno loro - ha risposto il trainer -, siamo feriti, loro faranno la loro partita. A me il loro allenatore piace, già nella prima parentesi che ha avuto ha fatto bene, facendo giocare la squadra». Per quanto riguarda l’undici titolare, pronto Salvo per Lia, in mezzo Giunta favorito sugli altri per affiancare Franco, davanti ballottaggio serrato Ragusa-Plescia: dipenderà se Modica prediligerà Zunno come attaccante mobile o Plescia per fare a sportellate coi rocciosi centrali lucani (probabile un 3-5-2 per gli ospiti). Per il tecnico dei messinesi, un grande motivo d’orgoglio è stato in questi mesi l’essere riuscito a gettare nella mischia elementi che, pur con poco minutaggio, hanno saputo interpretare le sue idee. Uno di questo è stato Signorile, entrato bene a Catania in un momento delicato: «Ha qualità, veniva da un periodo di inattività ed è servito rimetterlo a posto, lo abbiamo aspettato quattro mesi. Bravi a farlo inserire, perché da noi tutti hanno le porte aperte e si sentono a casa, porto l’esempio di ragazzi come Zona che hanno avuto il giusto comportamento dentro l’ambiente».
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