Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Buonocore “rigioca” Catania-Messina: “Nel 2001 eravamo più forti e ci prendemmo la B”

A due giorni dal derby l’indimenticato fantasista ischitano ricorda la finale playoff vinta proprio sui rivali rossazzurri: «Con Modica si può andare oltre la salvezza»

Almeno per un’intera generazione, quella tra Messina e Catania è “la partita” per eccellenza. Le grandi sfide dei primi anni Duemila che raggiungono il proprio culmine con la finale playoff del 2001: il pari del “Cibali” firmato da Ciccio Marra e il rigore trasformato da Sullo per la vittoria nel match di ritorno al “Celeste” regalano una promozione in Serie B che ancora oggi resta uno dei ricordi più indelebili. Grandi uomini prima che calciatori fantastici, capaci, come Enrico Buonocore, di trascinare un’intera città in un periodo in cui Messina viveva di pane e pallone.
Le rivalità storiche con Gennaro Monaco, lo stesso Michele Zeoli che domenica sera siederà sulla panchina del Catania, o Alessandro Ambrosi, secondo cui se il Catania rigiocasse quella partita, la vincerebbe 4999 volte su 5000: «Sono passati più di vent’anni – sentenzia Buonocore – e ancora non gli è andata giù! Nei momenti importanti noi non venivamo mai meno e nelle due partite e nell’arco dell’anno abbiamo meritato la promozione. Prima della finale siamo stati in ritiro a Casole Bruzio, non si dormiva, il presidente Aliotta mi chiamava tutte le sere promettendo 200 milioni di lire di premio. Ogni sera aumentava la cifra, tanto che a un certo punto ci potevamo comprare mezza Messina! Lui aveva questa grande passione per il suo Messina, ma per noi non era questione di soldi, volevamo solo dare una soddisfazione alla gente. Così, un giorno prima della partita, gli dissi di stare tranquillo: vinceremo anche senza premio e tu sarai un presidente di Serie B».
Messina che viveva in perfetta simbiosi con la propria tifoseria, trascinata proprio da Emanuele Aliotta: «Avevamo una grande società – continua Buonocore –, un direttore sportivo eccezionale come Nicola Salerno e Ciccio La Rosa, uno dei protagonisti assoluti. Eravamo un gruppo forte, c’erano tutte le componenti giuste per vincere: ora Messina merita di tornare nel calcio che conta, ma bisogna avere una società importante e lavorare bene. Quest’anno è stato fatto un buon campionato, la squadra ha avuto continuità nel girone di ritorno e ora bisogna continuare così, programmando per fare ancora meglio l’anno prossimo. Il ds Roma e l’allenatore Modica, che credo sia molto bravo, sanno cosa serve per migliorare questa squadra per provare ad andare oltre la salvezza».
Attuale allenatore dell’Ischia, con cui ha disputato un ottimo campionato nel Girone G di Serie D (attualmente terzo alle spalle di Cavese e Nocerina), Buonocore ricorda sempre con grande affetto gli anni vissuti a Messina: «Quel periodo rappresenta il mio ritorno da giocatore vero – dice –, ero al centro del progetto e avevo ritrovato gli stimoli giusti. Abbiamo fatto campionati incredibili, ma poi mi sono infortunato nel mio momento migliore, ero al top sia fisicamente e mentalmente. Avevo trent’anni, avevo raggiunto un equilibrio giusto, ma purtroppo quel problema condizionò tutto. Però non dimentico nulla, le vittorie, i miei compagni, la tifoseria: Messina rappresenterà sempre un periodo bellissimo della mia vita».

Caricamento commenti

Commenta la notizia