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Messina, attesi innesti per mettere il turbo. Davanti il sogno è Rosafio

Riflettori puntati su La Vardera e Arioli del Cosenza, piace pure Pedicillo dello Spezia

Quartultimo posto attuale ma con gli stessi punti del Monopoli e nonostante un filotto di quattro risultati utili consecutivi: è stato un Natale in agrodolce per il Messina, in ripresa sul piano delle prestazioni e anche dei risultati ma che non è riuscito a salutare il 2023 mettendo la testa fuori dalla zona playout. Coi rimpianti, visto che l'ultima gara dell'anno contro i pugliesi poteva avere un epilogo diverso per quanto visto in campo, ma evidentemente serve di più per cambiare definitivamente marcia. Guardare alle spalle non ha più senso, meglio puntare al futuro con il primissimo obiettivo di emergere dai bassifondi e poi magari, chissà, come detto senza mezzi termini dal presidente Pietro Sciotto, continuare a cullare quel sogno playoff non ancora riposto nel cassetto.
Diciamolo chiaramente visto che le associazioni d'idee con le ultime due annate non sono mancate: la situazione risulta meno drammatica delle stesse, per più ragioni. In primis perché il progetto tecnico è in piedi, la squadra è viva, ha un’anima. Va migliorata e rinforzata, un processo per il quale tutti gli attori protagonisti si sono affrettati a dirsi pronti. E non c’è motivo di non crederci, considerato che, a proposito di fatti, Sciotto ha commesso mille errori ma non si è mai risparmiato nel momento in cui andava “salvata” la baracca. La classifica non è disperata e può ancora essere migliorata, a patto che si comprenda cosa è mancato sino a oggi. I risultati recenti suggeriscono fiducia e ottimismo ma ci sono aspetti sui quali intervenire, come rilanciare l'unità d'intenti che ogni tanto pare sfilacciarsi, in nome talvolta di ragioni che possono essere sacrosante ma non sempre comprese.
I fatti dicono che il Messina di Domenico Roma e Giacomo Modica ha le potenzialità per continuare a crescere. La squadra ha idee, che talvolta emergono in maniera lapalissiana, altre si appannano perché influenzate da fattori extra. La spinta dell'ambiente va sollecitata e stimolata affinché si alimenti ancora, perché può davvero essere un'arma in più. Lasciando perdere i rancori.
Poi ci sono soprattutto le esigenze di “campo”. Una rosa da rinforzare. Cosa manca? Su tutto, ovviamente, il terzino sinistro, autentica lacuna lasciata dall’estate. In quota “under” ci sarà un “ricambio” certo con alcuni elementi che hanno deluso (Luciani, Cavallo e Tropea) e altri utilizzati poco (Darini e Buffa) che per logica dovrebbero salutare. Nel mirino due calciatori in forza al Cosenza: si tratta dell’esterno mancino Salvatore La Vardera (classe 2002) e dell’attaccante Alessandro Arioli (2003). Piace molto anche il trequartista Leonardo Pedicillo, altro classe 2003, attualmente allo Spezia.
Servirà un difensore centrale che occupi lo slot lasciato libero da Ferrara e completi il reparto con Manetta, Pacciardi e Polito, un titolare vero e proprio. La mediana è il reparto che ha convinto di più, specie con l’assetto recente composto da Firenze, Franco e Frisenna, con le varianti Giunta e Scafetta. Salvo occasioni importanti, si andrà solo a ritoccare.
A differenza dell’attacco, dove occorre gente che possa accendere la manovra, anche a costo di scelte dolorose. Il sogno è riportare in giallorosso l’attaccante esterno svizzero Marco Rosafio, oggi alla Spal, dove potrebbe essere in uscita: l’idea è quella di un prestito, per poi ridiscutere la posizione (coi ferraresi ha un contratto sino al 2025) a fine stagione. Il Messina pare deciso a provarci.

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