Durerà poco la vacatio all’Università di Messina. Tra un mese e mezzo l’ermellino lasciato da Salvatore Cuzzocrea – travolto dalla bufera su rimborsi, pagamenti alla sua azienda agricola e persino da pesanti dubbi sollevati sulla sua attività di ricerca – verrà indossato da un nuovo rettore. Il decreto di indizione delle elezioni verrà quasi certamente firmato oggi dal nuovo decano dell’Ateneo peloritano, il prof. Antonio Panebianco, che un paio di settimane fa, nell’immediata vigilia della tempesta, ha preso il posto del prof. Letterio Bonina, andato in pensione a fine settembre, dopo un’estate di polemiche e diatribe accademiche proprio sulle prossime elezioni. Le date non sono ufficiali, ma le indiscrezioni corrono: la prima tornata elettorale dovrebbe tenersi – previsto un quorum – un giovedì, il 23 novembre. Qualche giorno dopo (il 27?) l’eventuale secondo turno con un quorum più basso, quindi il 1° dicembre – se sarà necessario – il ballottaggio. Il 2 dicembre, un sabato, lo spoglio, per arrivare, così, ad avere un nuovo rettore prima dell’Immacolata. Tempi brevi, dunque, anche perché c’è voglia di andare a votare e di restituire una parvenza di normalità al vertice di un’istituzione travolta anch’essa, di riflesso, dalle dimissioni di Cuzzocrea.
Il clima di tensione si respirava anche ieri mattina, durante la prima seduta del Senato accademico dal giorno delle dimissioni. In pochi minuti il prorettore vicario, Eugenio Cucinotta, affiancato dal direttore generale, Francesco Bonanno, ha comunicato ai senatori che il ministero dell’Università e della Ricerca ha ratificato la rinuncia all’incarico di Cuzzocrea. Un passaggio formale, che però istituzionalizza un momento di rottura che, finora, si era consumato, dentro l’Ateneo, solo in un incontro tra l’ex rettore e i direttori di dipartimento a lui più vicini, prima che venisse diffusa una lettera con la quale Cuzzocrea spiegava le sue ragioni.
La seduta di ieri si sarebbe conclusa così, dopo una manciata di minuti, se non fosse stato per l’intervento dei rappresentanti degli studenti, che hanno chiesto di poter parlare. Una richiesta non accolta dal prorettore vicario, che ha spiegato come non fosse previsto dibattito in una seduta dedicata solo a comunicazioni ufficiali. Ne è nata una discussione, anche tra alcuni docenti e altri rappresentanti del Senato accademico. Il vicario ha poi assicurato che avrebbe convocato gli studenti ad un incontro dedicato. Ma il dato è che, studenti a parte, anche ieri, nei corridoi dell’Ateneo, è prevalso il silenzio.
C’è fretta di chiudere questa ennesima pagina dolorosa per l’Università di Messina. E quindi di andare a votare. Con quanti candidati? Quelli ufficiali restano due: il direttore del dipartimento di Economia, Michele Limosani, e l’ex prorettrice alle Pari opportunità, Giovanna Spatari. Ma nelle prossime ore è attesa una decisione definitiva da parte di Giovanni Moschella, ex prorettore vicario, che aveva rotto con Cuzzocrea proprio poche settimane prima della bufera. Se ci sarà un terzo candidato, dunque, lo si saprà entro al massimo domani. Chi sarà il prossimo rettore, invece, lo si saprà quando in città inizieranno ad essere allestiti i primi alberi di Natale.
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