Adesso è il momento dei conti. Dopo gli annunci ed il cronoprogramma è arrivato, sul tavolo del sindaco e della Giunta il tema dei soldi. Tutti quelli che servono, e sono una montagna, per riiuscire a realizzare l'impresa dello sbaraccamento dei quartieri più degradati della città.
A spanne secondo un primo calcolo, servono circa 200 milioni di euro. Una cifra che potrebbe spaventare, ma che non è poi così mostruosa se si immagina l'effetto che potrebbe avere sulla vivibilità e la qualita della vita di tutta la città.
Il sindaco è orientato, alla luce anche dell'incontro di ieri, alla formula dell'acquisto delle 2000 case che servono per trasferire le famiglie dei sette ambiti di risanamento. La verifica di ieri pomeriggio con i rappresentanti delle agenzie di compravendita delle abitazioni, ha garantito che ci sarebbe ro circa 30.000 case non utilizzate in città e che almeno 7000 farebbero al caso, per dimensioni, valore e collocazione geografica.
De Luca ritiene che l'investimento solo per l'acquisto dovrebbe essere di 160 milioni di euro, cioè circa 80.000 euro ad abitazione. Altri 10 o 15 milion servirebbero per l'abbattimento delle casette e lo smaltimento del materiale di risulta e altri 10 milioni se ne andrebbero per tutte le pratiche, anche quelle del passaggio di propretà tipiche di una compravendita immobiliare.
In questo momento non sono previste somme per la ricostruzione sui terreni in cui non ci dovessero essere più le baracche. De Luca immagina delle permute o la realizzazione di insediamenti produttivi.
Va considerato che i 160 milioni di euro spesi in città per acquistrare le case che servono per ospitare gli abitante delle zone baraccate, sono fondi che resterebbero in città ed in maniera diffusa su tanti messinesi che dovrebbero rispondere al bando di proposta d'acquisto che lancerà il comune in queste ore. Un “tesoretto” da ridistribuire in una città che ha tanto bisogno e che potrebbe spenderlo sempre a Messina avviando un effetto volano da non sottovalutare.
Ma il percorso è tutt'altro che agevole, De Luca prepara anche la richiesta la governo per la dichiarazione di stato d'emergenza sanitaria. Solo così i tempi potrebbero essere rispettati, altrimenti le pastoie della burocrazia potrebbro rallentare e di parecchio il progetto.
Si dice convinto di aver trovato i soldi che servono, con 100 milioni che dovrebbero essere nel cassetto della Regione frutto della legge 10 del 90, altri soldi verrebbero fuori dalle rimodulazione del Pon e Poc Metro e di Capacity. De Luca fa i conti ed è ottimista, nelle casette si fidano del suo ottimismo.
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