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Tutte le baracche via entro il 31 dicembre

Tutte le baracche via entro il 31 dicembre

Al microfono del Tg2 De Luca lo aveva di fatto preannunziato: «Mi sono insediato da poco più di un mese ma risolverò il problema del risanamento, demolendo tutte le baracche rimaste in piedi». Il sindaco era stato intervistato da una inviata speciale sbarcata in riva allo Stretto per mostrare agli italiani, dall’avamposto di Fondo Fucile, che sì, qui ancora si lotta con le baracche.

Ci ha pensato qualche ora, poi in serata ha deciso di segure la stessa strada percorsa per le scuole da mettere in sicurezza. La presenza di costruzioni fatiscenti, spesso realizzate con materiali pericolosi come le lastre d’eternit che sprigionano letali fibre d’amianto, è un’emergenza di carattere sociale, ma anche igienico-sanitario. Il sindaco è la massima autorità nel suo Comune su tutti questi fronti. E, dunque, ecco l’ordinanza «contingibile e urgente per lo sgombero e la demolizione di tutte le strutture abitative che insistono negli ambiti di risanamento per motivi di igiene e sanità pubblica».

È forse il più clamoroso dei provvedimenti mai presi da un sindaco nella storia recente di Messina. De Luca ordina «lo sgombero, entro il 31 ottobre 2018, di tutte le persone e le cose da tutte le strutture abitative che insistono negli ambiti di risanamento e la contestuale recinzione, messa in sicurezza e vigilanza dei siti». Ordina altresì «la demolizione, entro il 31 dicembre 2018, di qualsiasi manufatto che insiste nei richiamati ambiti». Gli ambiti sono quelli già noti, individuati dai vecchi sette Piani particolareggiati redatti all’indomani della legge 10 del 1990: Annunziata, Giostra-Ritiro-Tremonti, Camaro-Bisconte, Fondo Saccà, Gazzi-Fondo Fucile-Rione Taormina, Santa Lucia-San Filippo e Bordonaro-San Filippo Superiore.

Il sindaco, entro il 31 agosto, chiede di avere la documentazione dettagliata da parte di tutti gli uffici competenti. In particolare, si sollecita l’Asp a fornire una relazione e le relative attestazioni riguardanti «l’anti-igienicità e il grave degrado delle strutture abitative». Si obbliga l’Istituto autonomo case popolari a trasmettere al Comune, sempre entro il 31 agosto, una dettagliata relazione su tutte le procedure ancora in corso relative alla legge 10 del 1990 e nonché sulla disponibilità di alloggi liberi da destinare ai nuclei familiari aventi diritto. Si interpella anche l’Arpa, cioè l’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente affinché venga predisposta la mappatura dei siti con presenza di materiali Mca, contententi amianto. Una relazione viene chiesta pure agli uffici comunali del Dipartimento Ambiente e Sanità. Dal Dipartimento Politiche della casa e Risanamento e dalla polizia municipale si attende, invece, un censimento aggiornato delle situazioni di emergenza abitativa, della presenza dei nuclei baraccati e delle famiglie che non hanno diritto ad avere alloggi popolari perchè hanno occupato abusivamente le case. Coinvolta l’Amam, che dovrà relazionare sullo stato degli allacci idrici e delle fognature negli ambiti di risanamento. Si chiede inoltre ai tecnici dei Dipartimenti della Protezione civile, delle Politiche del territorio, dell’Edilizia privata, di effettuare sopralluoghi in tutte le aree indicate e di corredare poi la relazione con un’ampia documentazione fotografico sullo stato dei luoghi.

Una relazione sullo smaltimento delle acque bianche e sulla mappatura della pubblica illuminazione viene chiesta al Dipartimento Lavori pubblici. E si attende anche dal Dipartimento Politiche sociali un aggiornamento sulle richieste provenienti dagli abitanti delle zone interessate.

De Luca si rivolge poi al segretario generale invitandolo a predisporre la proposta di delibera «con la quale richiedere al presidente della Regione siciliana, come previsto dalla legge 225 del 24 febbraio 1992, di avviare l’iter procedimentale e di investire il Governo nazionale della gravissima situazione igienico-sanitaria che persiste nel territorio del Comune di Messina, al fine di ottenere la dichiarazione di stato di emergenza socio-ambientale per fronteggiare una situazione endemica di degrado ed evitare ulteriori pericoli o danni ancor maggiori a persone e cose».

In contemporanea, De Luca intende agire sull’altro fronte, cioè l’immediata costituzione dell’Agenzia comunale per il risanamento e la riqualificazione urbana. Sempre al segretario generale Antonio Le Donne viene chiesto di predisporre gli atti dello Statuto del nuovo organismo che dovrebbe prendersi in carico tutte le competenze finora distribuite tra Comune e Iacp. La delibera sarà una delle prima che De Luca intende sottoporre al Consiglio comunale, così anche da approntare i bandi per l’acquisizione in locazione di tutti gli alloggi destinati alle famiglie costrette a lasciare baracche e casette ultrapopolari.

Dell’ennesimo provvedimento “choc” del sindaco di Messina verranno informati in tempo reale il prefetto, il presidente della Regione, il presidente del Consiglio dei ministri, il Dipartimento nazionale della Protezione civile e tutti gli altri enti e istituzioni interessati.

Una maxi-operazione, come non si è riusciti mai a fare in questa città: la demolizione contestuale di tutte le baracche ancora esistenti, da Maregrosso a Fondo Fucile, da Fondo Saccà a Giostra. Ma i tempi sono strettissimi, la locazione di alloggi richiede procedure che potrebbero non essere completate entro le date indicate dall’ordinanza, soprattutto quella del 31 ottobre, che dovrebbe segnare lo sgombero di «tutte le strutture abitative». È una sfida dalle proporzioni gigantesche, se ci si pensa. De Luca è convinto di portarla fino in fondo, perché non è più l’ora dei “pannicelli caldi” e lo “scandalo” di situazioni, come quella ritratta a Fondo Fucile dalle telecamere della Rai, deve cessare una volta per tutte.

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