Gli avvocati Antonio Ingroia e Fabio Repici hanno formalizzato la richiesta di riesumazione della salma di Attilio Manca, il giovane urologo siciliano trovato morto nella sua abitazione di Viterbo nel febbraio del 2004. "Sarà dolorosissimo, ma spero fermamente che la richiesta venga accolta. Attilio merita verità e giustizia", commenta la mamma della vittima, Angela Manca. Il gip di Roma, Elvira Tamburelli, oggi si è riservata di decidere; nei prossimi giorni si saprà se l'inchiesta verrà archiviata o se verranno invece imposti altri mesi di indagine. La morte del medico fu inizialmente ritenuta dovuta ad overdose e fu archiviata come suicidio.
I genitori però si sono sempre opposti a questa ricostruzione, sostenendo che il figlio fosse stato ucciso per coprire un intervento subito da Bernardo Provenzano a Marsiglia. Nel marzo del 2017 è stata condannata a cinque anni e quattro mesi di reclusione anni, oltre a 18 mila euro di multa, Monica Mileti, la donna accusata di aver ceduto la dose di eroina che, nel 2004, avrebbe procurato la morte dell'urologo di Barcellona Pozzo di Gotto.
Tuttavia alcuni collaboratori di giustizia avrebbero rivelato, come riferito già tempo fa dai legali famiglia, di aver saputo che Bernardo Provenzano si era fatto operare da Manca e che avrebbe poi ordinato la sua eliminazione. La procura di Viterbo ha escluso tale circostanza sostenendo non solo che non sono emersi elementi per collegare l'urologo all'ex capo mafia, ma che gli accertamenti tecnici eseguiti hanno stabilito che il decesso avvenne per un' overdose di eroina.
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