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Tonno rosso avariato, sale il numero degli intossicati

13 intossicati per tonno rosso

Hanno consumato tonno rosso avariato e sono finiti all'ospedale per intossicazione. Per molti di loro, una ventina quelli presentati al Piemonte, solo una disavventura da raccontare, due, invece, sono stati ricoverati tra il Policlinico e il Papardo, in condizioni più serie. In particolare un 56enne che è stato colpito anche da infarto. A determinare l'intossicazione è stata l'istamina contenuta nel pesce alterato, l'alto tenore di questa sostanza provoca la sindrome sgombroide con sintomi simili a quelli di un'allergia e con effetti che variano da soggetto a soggetto.

Le prime indagini, avviate dagli uomini delle volanti, coordinati da Giovanni Puglionisi, e con l'ausilio dei medici dell'Asp, hanno consentito di far luce sui fatti. Il tonno rosso "incriminato" è stato rinvenuto in una pescheria, lato monte, sulla ss 114 e, in parte, in una gastronomia del centro città, in via 27 luglio, aperta solo a pranzo. La polizia ha, quindi, posto i sigilli alla cella frigorifera della pescheria che contiene tutto il pesce oggetto del sequestro. Nel dettaglio un tonno rosso intero da 50 kg eviscerato; sei cassette con tranci di tonno rosso per un peso di 60 kg, ulteriori 73 kg di tranci di tonno rosso.

Quanto accaduto ieri, ripropone il problema dei punti di sbarco che il comune dovrà farsi carico di realizzare per il controllo del pescato. Questa decisione era emersa qualche mese fa dopo un sopralluogo congiunto presieduto dal Comandante della Capitaneria di Porto con il dipartimento prevenzione dell'Asp, la polizia marittima e Palazzo Zanca.

I punti di sbarco sono obbligatori per legge e il Comune di Messina ne è ancora sprovvisto. Motivo per cui, senza la necessaria tracciabilità, non si può essere sicuri della bontà del pesce catturato in zona e che arriva sulle nostre tavole.

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