Casertana-Messina è solo l’inizio di quanto poi contestato dal pm. Una sorta di iceberg del sospetto. Secondo la Procura, l’allora tecnico giallorosso Arturo Di Napoli, il portiere Alessandro Berardi e il vicepresidente Pietro Gugliotta, in concorso tra di loro, hanno offerto o promesso denaro o altra utilità o vantaggio ad alcuni compagni, tra cui il “dodicesimo” Stefano Addario, Daniele Frabotta e Andrea De Vito (indagati come Alessandro Parisi, Diogo Tavares, Pietro Baccolo e Carmine Giorgione, ndr), al fine di raggiungere un risultato diverso da quello conseguente al corretto e leale svolgimento della gara favorendo la vittoria della Casertana. Messina-Paganese è un’altra gara-simbolo dell’inchiesta. Un 2-2 che spinse la Gazzetta del Sud a titolare: «Un pari tra i sospetti». Qui entrano in ballo l’ex tecnico giallorosso Gianluca Grassadonia, all’epoca sulla panca azzurrostellata, e il dg campano Cosimo D’Eboli. Per il pm Francesco Massara il disegno anche qui è lo stesso: i due con Di Napoli, Berardi e Gugliotta hanno in concorso tra loro offerto o promesso soldi o altro ad alcuni calciatori giallorossi e della Paganese tra cui Piersilvio Acampora, l’allora 17enne – alla 2ª gara tra i Pro – mandato in campo sull’1-2 da Grassadonia e subito dopo autore di un grossolano autogol.
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