I numeri tornano nelle loro caselle. I fondi ai teatri, prima gonfiati e poi prosciugati, riprendono quota allineandosi alla prima finanziaria presentata dal governo, quella sconfessata dalla giunta Musumeci e ieri avallata dalla commissione Bilancio, secondo un copione già scritto.
In piena campagna per le amministrative (il 10 giugno si vota in 137 Comuni siciliani, tra cui cinque capoluoghi) il governo regionale non si poteva permettere contraccolpi elettorali. Così la commissione Bilancio ha varato i documenti finanziari, rimpolpando i contributi che avevano subìto tagli e sforbiciate, come quello al teatro Vittorio Emanuele di Messina che riprende fiato (da 2,8 a quasi 4 milioni). Naturalmente il “balletto” di cifre andato in scena è del tutto svincolato dalla decisione dell’ente messinese di rinviare “La Traviata”.
Il confronto si trasferisce all’Ars, dove la manovra potrà essere stravolta, anche se la maggioranza agirà con chirurgica precisione per evitare di turbare la campagna elettorale. Musumeci spinge per rispettare i tempi (finanziaria da varare entro il trenta aprile): «Esprimo sincero apprezzamento per il lavoro portato avanti dalla commissione bilancio, e per il risultato ottenuto nel rispetto dei ruoli di coalizione di governo, e di opposizione. Spero che lo stesso clima si ritrovi in aula, dove il governo sarà pronto a ricevere proposte e suggerimenti – ha aggiunto –. Ci muoviamo in un contesto assai difficile per la penuria di risorse, ma abbiamo l’entusiasmo di chi vuole tirare fuori la Sicilia dal pantano».
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