Stando ad un decreto assessoriale regionale del 1993, in base a superficie, popolazione, scuole e circoscrizioni, la pianta organica della polizia municipale del comune di Messina era di 1108 unità. Nel 2012, durante la gestione commissariale di Palazzo Zanca, la drastica riduzione di quasi il 50 per cento, fissa la pianta organica a 566 unità. E' passata quasi sotto silenzio, l'ulteriore riduzione, da parte dell'attuale Giunta comunale, decisa il 18 dicembre scorso, di altre 92 unità. Con 474, adesso, a fronte delle 329 unità in servizio, che rappresentano il 70 per cento della pianta organica, verrebbe a cadere la grave carenza che, però, nel corpo di polizia municipale di Messina sta nei fatti. O meglio, nei numeri reali. Intanto a 329 si arriva con i 21 concorsisti il cui contratto è a termine. Sono poi oltre 100 le unità che non risultano idonee per i servizi esterni. L'età media del corpo supera i 55 anni e nel giro di uno-due anni, sono oltre 30 le unità che si apprestano ad andare in pensione. Tra queste ben 17 commissari alla guida di altrettanti reparti. Alcuni dei quali, come l'annona e la tutela del territorio, già in gran sofferenza. E sono questi solo due dei 23 compisti istituzionali cui è chiamata la polizia municipale. Malgrado ciò, nel 2017, l'attività repressiva è cresciuta del 40 per cento ma sarà un trend difficile da mantenere nell'anno da poco iniziato. Le ferie ed i permessi da smaltire da parte di quanti vedono avvicinarsi il momento della meritata quiescenza hanno già indotto il comandante ad affidare doppi incarichi in ruoli importanti e delicati del corpo. E soprattutto spinto ad uscire allo scoperto su una situazione che, evidentemente, non è più sostenibile e che, dati alla mano, si appresta a diventare drammatica con il passare mesi senza che venga affrontato il problema.
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