Quattrocento emendamenti, 550 subemendamenti, cinque ore di seduta, altrettante interruzioni, 34 presenti e, a proposito di numeri, zero passi in avanti. Tutto rinviato (almeno) a lunedì mattina per la decisione del consiglio comunale sull’isola pedonale. Una maratona che ha raddoppiato i problemi dell’aula piuttosto che portare ad una ragionevole sintesi. Inutile, finora, il tentativo dei Dr Sicilia Futura di unire le proposte di centrosinistra e centrodestra, con una terza via. Inutile, perché in 5 ore di dove fare quest’isola, sulla via dei Mille, sul viale San Martino o su entrambi, non si è affatto parlato. L’appello d’apertura dell’assessore Gaetano Cacciola («Siamo pronti a considerare anche altre zone di pedonalizzazione oltre a quelle della proposta di delibera»), si scontra subito con l’ingresso in aula di Giuseppe Trischitta con un trolley 24 ore pieno di emendamenti e sub emendamenti. “Butta” i primi, sono 331, sul tavolo della presidenza e scoppia il caos. «Possono essere respinti se dilatori o ostruzionistici» dice, ad Emilia Barrile, Lucy Fenech. «C’è un emendamento principale – risponde Trischitta riferendosi a quello con la chiusura del solo viale San Martino fino al porto – gli altri sono alternativi». Ha collezionato tutte le possibili combinazioni di vie chiuse e aperte in tutta quell’area e ci vorrebbero 5 giorni per discuterli tutti. Ma la sfida diventa al calor bianco quando emerge che lo stesso Trischitta è stato nel 2015 difensore di uno dei ricorrenti che ha ottenuto il provvedimento del Tar di revoca dell’isola di via dei Mille. Lui reagisce prendendosela con il collega, e legale, Gaetano Gennaro, perché opera nel medesimo studio del difensore di Mille Vetrine.