Messina
«La città ha guadagnato un chilometro e 300 metri ma soprattutto adesso dispone di uno spazio per bambini, giovani, turisti. Un “giardino-museo”, un luogo espositivo con più di 3000 specie di piante, palme provenienti dalle isole del mondo, dove fare un viaggio, della durata di un’ora e mezza, e immergersi in una narrazione particolarissima». Questo posto speciale è il Palmetum di Santa Cruz de Tenerife e a raccontarne, con entusiasmo e passione, la genesi è Carlo Morici, messinese, classe 74, biologo e curatore scientifico della struttura.
Si tratta di 12 ettari di verde rigoglioso, di un promontorio incastonato nell’azzurro dell’oceano, di cui la metà è pianeggiante e visitabile, l’altra, invece, una scarpata che degrada verso il mare, non è accessibile. «Uno spazio conquistato con fatica. Ci sono voluti infatti circa 19 anni per inaugurarlo – racconta Carlo Morici, laureato in biologia, risiede dal 1995 nelle Isole Canarie a Santa Cruz de Tenerife ed è membro del Gruppo di ecologia insulare del Dipartimento di ecologia dell’Universidad de La Laguna di Tenerife – ma finalmente il 28 gennaio del 2014 è stato aperto».
«La passione per la botanica è stata per me innata e naturale, sin dall’infanzia. Vari miei parenti – ricorda Carlo – erano collezionisti di svariati oggetti e da bambino passavo le estati nel giardino dei miei nonni, a Mortelle, fra palme, ficus, banane, hibiscus ed araucarie. Proprio questi gruppi vegetali, quasi senza volerlo, oggi sono le stelle della collezione del Palmetum, dove abbiamo quasi 600 specie di palme, 40 di Ficus già immensi, una cinquantina di varietà di banane e varie specie rare di Hibiscus e Araucaria in via d’estinzione... vicino al mare, come a Mortelle». Il primo incontro con Tenerife è avvenuto all’età di 18 anni grazie ad un amico messinese, conosciuto all’Orto Botanico di Messina, che vi stava trascorrendo un periodo in Erasmus, e poi, dopo una parentesi a Firenze dove ha conseguito la prima laurea in Scienze Agrarie e tropicali, il definitivo trasferimento e il via ai progetti lavativi. «Quello per la realizzazione del Palmetum nasce nel 1996 – spiega – poi è stato abbandonato ma grazie anche ai miei contatti internazionali lo spirito che lo animava è rimasto vivo e la visione e il desiderio di dare alla città un nuovo spazio verde non sono mai tramontati. Anzi, sono divenuti realtà». Rappresenta il più grande spazio verde della città, accanto al Parque Marítimo César Manrique, il giardino botanico col maggior numero di palme di tutta l’Unione Europea. E grazie all’apertura del Palmetum, un orto di nuova concezione, anche il turismo è cresciuto. «Santa Cruz e soprattutto il suo fronte marittimo, tutta la strada che raggiunge il Palmetum, sono diventati un’attrazione per bambini e adulti – sottolinea Morici – e lavoriamo tantissimo con il crocerismo».
Viene naturale l’analogia con Messina, col suo fronte mare, dove, purtroppo, non mancano gli spazi abbandonati che potrebbero diventare luoghi verdi dove accogliere turisti e bambini. «Messina, come Santa Cruz – rileva Carlo Morici – lotta da anni per dar vita al fronte marittimo e per dare spazi più organizzati al turismo. Il Palmetum è unico e ogni gran progetto deve esserlo, qualcosa di simile potrebbe avere un gran successo. Non solo il waterfront dello Stretto, anche quello di Milazzo meriterebbe uno spazio analogo. Gli orti botanici di nuova concezione sorti in questo secolo hanno successo un po' dovunque: giardini-museo dove l’obiettivo non è più la bellezza in sé ma l’importanza delle specie individuali e il discorso approfondito sulla natura». Il Palmetum propone un percorso alla scoperta delle palme del mondo, un terzo di quelle presenti è a rischio di estinzione, sistemate attraverso un progetto espositivo che guarda alle isole del mondo con aree dedicate in particolare alla flora della Nuova Caledonia, delle Hawaii, del Nord America, il Borneo e la Nuova Guinea.
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Cerimonia “reale”
L’esempio di Carlo Morici e quello del Palmetum di Tenerife sono un incoraggiamento straordinario per le nuove generazioni che credono nei sogni e per le possibilità di valorizzazione del fronte a mare di Messina. Un pensiero su tutti: la Falce.
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