Dalle aule di Tribunale al balcone di casa propria, fino agli studi televisivi de “La7”. Dovunque ci sia Cateno De Luca, lo show è ormai assicurato. Il caso giudiziario del deputato regionale di Fiumedinisi ieri ha occupato parte rilevante della puntata di “Non è l’Arena”, la trasmissione che Massimo Giletti ha trasferito, armi e bagagli, da mamma Rai alla tv di Urbano Cairo. E come era prevedibile, il dibattito salottiero è finito in caciara, con le urla di De Luca e le accuse durissime nei confronti della magistratura messinese. Accuse così pesanti da imporre allo stesso conduttore una presa di distanza: «Si assume lei la responsabilità di quanto sta dicendo», ha detto Giletti cercando di trattenere, ma invano, la rabbia del parlamentare siciliano che si ritiene vittima di una vera e propria “congiura” nei suoi confronti, che sarebbe stata ordita da pezzi della magistratura e della massoneria dello Stretto.
Nel momento stesso in cui ha invitato i suoi ospiti, Giletti sapeva benissimo che sarebbe finita quasi a rissa. In studio, oltre a Cateno, il suo avvocato, Carlo Taormina, tornato sotto i riflettori delle tv nazionali proprio per la vicenda giudiziaria del Caf Fenapi, e la “garantista” Daniela Santanché. Sull’altro fronte i giornalisti Luisella Costamagna e Davide Parenzo e, in collegamento da Milano, l’ex magistrato ed ex ministro Antonio Di Pietro.
Ha iniziato De Luca ricordando la propria vicenda personale – quella che Giletti ha definito «una storia da Guiness dei primati» –, l’elezione all’Ars, gli arresti domiciliari a distanza di 48 ore dall’esito del voto e il successivo provvedimento del Tribunale del Riesame che ha annullato la misura di custodia cautelare. È stato ricordato in studio, da Klaus Davi (ospite fisso di Giletti) e da Luisella Costamagna, che la decisione del Riesame non significa la cancellazione di tutto, il processo andrà avanti nelle sedi idonee. Ma De Luca ha gridato la propria innocenza, citando anche tutti gli altri 14 dibattimenti conclusisi con l’assoluzione e affermando la volontà di ricorrere nei casi in cui è avvenuta la prescrizione.
Ed era scontato anche il duello verbale tra vecchi “nemici”, l’avv. Taormina e Antonio Di Pietro, che si sono rinfacciati accuse già sentite ai tempi delle inchieste e dei processi su Mani Pulite. «Di Pietro non conosce gli atti, parla senza sapere, ci sono magistrati per bene e ce ne sono altri che non lo sono», ha detto l’avvocato. «I processi si fanno nelle aule di Tribunale non in tv, gli attacchi ai magistrati, questi sì, hanno un vago sapore mafioso», la risposta di Di Pietro. Poi, lo sfogo irrefenabile di De Luca, fino quasi alle lacrime, con le accuse rivolte ad alcuni magistrati e al “sistema giustizia” vigente a Messina e in Sicilia. «Di questa vicenda continueremo a parlare», ha dichiarato Giletti. E se gli ascolti hanno fatto il “boom”, facile è la previsione: De Luca sarà ospite fisso di “Non è l’Arena”.
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