Sette indagati. Con varie ipotesi di reato. Ma il numero potrebbe aumentare nei prossimi sei mesi d’indagine.
Già, perché l’inchiesta gestita dal sostituto procuratore Antonio Carchietti sui disservizi delle Poste e sui casi, molti, di corrispondenza non recapitata, o peggio volutamente distrutta per eliminare l’arretrato, prosegue. E sembra ad un punto di svolta dopo gli accertamenti e gli interrogatori della polizia giudiziaria.
Il magistrato nelle scorse settimane ha chiesto infatti una proroga per la seconda tranche di accertamenti della polizia giudiziaria, mentre a giugno aveva già depositato una richiesta di proseguire le indagini per il primo troncone.
E “unendo” i due atti viene fuori che gli indagati in questa prima fase dell’inchiesta sul “Caos lettere di via Olimpia”, ovvero il Centro di smistamento cittadino, sono al momento sette.
Nella prima fase il magistrato ha iscritto quattro persone nel registro degli indagati: l’ex direttrice del Centro Cpd di via Olimpia, Angela Cingari, i capisquadra del Cpd Giuseppe Scarcella e Alfio Chiarenza, e poi il portalettere Marco Ciraolo.
A loro quattro il magistrato contesta sin dall’inizio degli accertamenti tre ipotesi di reato specifiche: il “Falso del pubblico ufficiale in atti pubblici” previsto dall’art. 479 c.p., la “Truffa” prevista dall’art. 640 c.p., e infine la “Violazione, sottrazione e soppressione di corrispondenza commesse da persona addetta al servizio delle poste”, prevista dall’art. 619 c.p..
A questa prima tranche, che è poi il nucleo centrale di tutta l’inchiesta, e risale come primo atto al gennaio di quest’anno, quando ci fu una vera sollevazione popolare per il mancato recapito di centinaia di lettere e pacchi da parte delle Poste, registrata dalla “Gazzetta” con una serie di articoli di denuncia, s’è poi aggiunta una seconda fase.
Nel corso degli interrogatori di “persone informate sui fatti” tra i vari dipendenti della struttura di via Olimpia, condotti fino a marzo scorso dal sostituto Carchietti, secondo quanto è emerso non tutti gli impiegati avrebbero rappresentato la reale situazione in cui si sono trovati a lavorare, una situazione molto chiara invece agli investigatori e alla Procura.
E sono quindi scattate altre iscrizioni nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di favoreggiamento personale, in sostanza il teorema è quello di ipotetiche dichiarazioni lacunose od omissive con l’intento di coprire i primi quattro indagati. In questa tranche risultano indagati al momento tre portalettere a tempo determinato. Si tratta di Carmelo Perrone, Carmen Mannino e Angela Zuccarello. Dopo le due richieste di proroga, avanzate dal magistrato e accordate dal gip, ci sono ancora altri mesi di accertamenti in v
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