La notizia è di quelle che fanno riflettere quando in ballo c'è una città che si dibatte fra problemi di ogni genere, carenza di lavoro e tensioni sociali.
La provincia di Messina risulta essere la maglia nera in Italia nella lotta all’evasione fiscale. Il dato sconfortante emerge da uno studio del Servizio Politiche Territoriali della UIL, effettuato a livello nazionale.
E a niente è valso il premio assegnato dallo Stato fin dal 2010 che riconosce ai Comuni più virtuosi in questo campo di trattenere il 100% delle somme recuperate. Purtroppo neanche questo incentivo è servito sebbene le casse comunali non versino in una situazione particolarmente florida. E così dallo studio della Uil si apprende che nel 2016 Messina ha recuperato soltanto 15.202 euro. Meglio comunque di Palermo e Catania, fermi a 10.598 e 4.334 euro.
Ma bisogna dire che in Sicilia sono appena 25 i Comuni che l'anno scorso hanno avviato la procedura per combattere l'evasione fiscale. Ma in totale si è arrivati al recupero di 93.333 euro. Non moltissimo.
Come detto dunque Messina si trova sul fondo della classifica con una percentuale di appena lo 0,9% del totale delle somme recuperate in Italia. Una bazzecola se si considera la dimensione del fenomeno in città ed in provincia. Basta ricordare quanto denunciato nei mesi scorsi dai vertici dell'Amam secondo i quali più del 20% di privati cittadini ed imprese non paga i consumi idrici ed ha avviato una campagna di recupero crediti. Ma il discorso potrebbe essere allargato a molti altri tributi che il Comune fatica a recuperare. Ai primi posti della classifica ci sono i comuni di Milano con 1,7 mila euro, Genova e Torino. Tuttavia bisogna ricordare che lo scorso anno la Guardia di Finanza ha individuato più di 140 milioni di euro di base imponibile non dichiarata al fisco e 84 evasori totali ovvero soggetti completamente sconosciuti al fisco.
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