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Tre tedeschi picchiano e rapinano addetto consegne pizze

Hanno cercato di perpetrare una seconda volta e con le stesse modalità la rapina ai danni del dipendente di una pizzeria che consegna a domicilio. Questa volta ad attenderli i poliziotti delle volanti della Questura di Messina che prontamente ne hanno impedito la consumazione.
Tutto ha inizio la notte del 26 luglio quando attraverso una nota applicazione on line venivano ordinate quattro pizze e altrettante bottiglie di coca cola in una pizzeria della città.
La vittima del reato, che di lì a poco si sarebbe realizzato, giunta sul luogo concordato veniva accolta da quattro ragazzi stranieri uno dei quali, dopo essersi impossessato di quanto ordinato, le sferrava un violento calcio all’addome.
Il malcapitato ritornato in forze si dava alla fuga e lo stesso facevano l’aggressore ed i suoi complici dopo averlo per un breve tratto inseguito.
Il copione veniva ripetuto l’indomani, più precisamente la notte del 27 luglio: stessa ordinazione online da stessa utenza telefonica, medesimo luogo di consegna.
Da ciò la richiesta di intervento delle volanti che ponendosi a debita distanza dell’addetto alla consegna rintracciavano quattro persone successivamente riconosciute dalla vittima della rapina di cui sopra come autrici della stessa .
Trattasi di tre maggiorenni Montalto Rico classe 1994, Nather Ewric classe 1998, Trifellner Meryem classe 1995 e di una minorenne tutti di nazionalità tedesca a bordo di una Ford Focus station Wagon di colore nero intestata ad altro loro connazionale. La perquisizione del mezzo portava al sequestro di tre coltelli, un’ascia, un seghetto, una sacca, due telefoni cellulari, un portafogli e due targhe abbinate ad autovettura italiana di proprietà di un messinese che contattato telefonicamente, all’oscuro di quanto accaduto,ne confermava la paternità.
Visti i gravi indizi di colpevolezza suffragati dal riconoscimento da parte della vittima degli autori della rapina ai quali veniva altresì contestato il reato di ricettazione si procedeva al fermo di P.G. e si informava di quanto accaduto l’A.G.
I maggiorenni venivano condotti presso la Casa circondariale di Gazzi, la minorenne affidata ai servizi sociali del Comune.

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