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Cutè e Aloisi, oggi si decide sul fermo

Scena muta pure davanti al gip Eugenio Fiorentino. È stata una pura formalità giudiziaria durata poco, il tempo di scrivere “si avvale della facoltà di non rispondere” sul verbale.

Non parlano Alessandro Cutè e Gianfranco Aloisi, i due giovani ritenuti gli autori dell’agguato a colpi di calibro 38 davanti al lido-discoteca M’Ama intorno alle 2.30 della notte tra venerdì e sabato scorsi, un raid per “vendicarsi” del fatto che non avevano avuto accesso alla serata ad inviti.

Cinque colpi di pistola calibro 38 sparati da un motorino, e due che hanno ferito gravemente la 34enne Tania, ancora ricoverata all’ospedale Papardo.

Lo scenario giudiziario dopo la fine della latitanza dei due, durata un centinaio di ore e terminata martedì sera davanti al Comando provinciale dei carabinieri, adesso si sposta a stamattina.

Entro mezzogiorno, quando scadranno le 48 ore di tempo previste dal codice, il gip Fiorentino dovrà decidere se convalidare o meno il fermo disposto a loro carico dal pm Antonio Carchietti con le accuse di lesioni gravi e porto illegale d’arma, dopo le indagini dei carabinieri della “Messina Centro”.

Ieri mattina, al secondo interrogatorio previsto in questi casi (il primo era il “faccia a faccia” di martedì davanti al pm che ha disposto il fermo), tutto si è svolto in maniera molto rapida. Cutè e Aloisi, accompagnati dai rispettivi difensori, gli avvocati Salvatore Silvestro e Franco Rosso, anche ieri - così come era accaduto martedì - hanno scelto la strada del silenzio. Non hanno raccontato nulla.

Stamane sapremo cosa deciderà il gip Fiorentino, anche in relazione alla qualificazione giuridica che la Procura ha ritenuto di dover dare ai fatti, soprattutto in relazione alla valutazione del concetto di dolo (semplificando la volontà dei due giovani rispetto al fatto e la prefigurazione delle conseguenze).

Ha scritto il pm Carchietti nel suo provvedimento di fermo, sulla scorta degli accertamenti dei militari del tenente Mario Boccucci, delle dichiarazioni dei testimoni e dei fotogrammi delle telecamere di videosorveglianza: «... è possibile distinguere due soggetti su un motociclo, uno di corporatura più bassa alla guida e uno di corporatura più alta come passeggero, i quali, coperti da casco, viaggiando in direzione Ganzirri, sostano per qualche secondo dinanzi alla predetta struttura di intrattenimento serale mentre il passeggero, con una pistola, esplode 5 colpi (precisamente uno in aria, due ad altezza media, uno in basso e l’ultimo ancora in aria), due dei quali feriscono agli arti inferiori la vittima che si apprestava ad uscire dal locale».

E proprio in relazione alla ricostruzione effettuata dai carabinieri della Compagnia Messina Centro sulla scorta delle immagini delle telecamere di videosorveglianza, pubblichiamo qui accanto i quattro fotogrammi principali della sequenza filmata che costituisce uno dei punti cardine dell’accusa. Si può notare chiaramente come, nel curvone di Grotte che ospita sulla spiaggia il lido-discoteca M’Ama, il ciclomotore si avvicini all’ingresso, e il passeggero del mezzo (Aloisi secondo la ricostruzione della Procura e dei carabinieri) spari a diverse altezze. Una scena agghiacciante.

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