L'idea della nuova proprietà è quella di riprendere il progetto del Celeste redatto dall'ingegnere Franco Mento e rimasto nel cassetto a causa della mancata iscrizione in serie C. Ma le ore spese per come rimettere in sesto la struttura sportiva non debbono andare sprecate. La pensa così anche Pietro Sciotto, consapevole del fatto che il torneo di serie D vada giocato al Celeste per molti motivi. Il primo di carattere sportivo, sulla scorta delle difficoltà palesate dall'Acr Messina al San Filippo dal 2008 al 2013, anno in cui, sotto la gestione Lo Monaco, la squadra giallorossa ottenne la promozione in seconda divisione. Ma prima di quel torneo, i peloritani fecero molta fatica al S.Filippo, anche per le non eccelse qualità delle rose. Comunque sia, serve pertanto un fattore campo degno di questo nome. In secondo luogo, l'impianto potrebbe essere più facile da raggiungere per gli appassionati con la comodità di poter disporre di una tribuna coperta, perché almeno inizialemente potrebbero essere aperti tre soli settori. In fin dei conti non è passato troppo tempo da quando il Città di Messina giocò due interi campionati di serie D al Celeste. Rispetto al progetto ideato per la serie C verrebbero meno alcuni paletti come, ad esempio, i tornelli. Servirà, quindi, rimodularlo alle esigenza, il minimo indispensabile per ospitare le gare. In questo momento lo stadio non è disponibile per una serie di motivi. Serve, innanzitutto, l'agibilità, legata ad alcuni lavori urgenti che servono e che sarà concessa dall'apposita commissione prefettizia di vigilanza. Ma una volta rotti gli indugi bisognerà mettere mano al manto erboso, per il quale ci sono tempi ben precisi. Il 20 agosto comincerà la coppa Italia, il 3 settembre il campionato di serie D. Per queste date il Celeste non sarebbe comunque disponibile e il Messina sarebbe costretto a ripiegare per un paio di turni sul Franco Scoglio che la nuova proprietà vorrebbe, invece, utilizzare come campo d'allenamento.
Caricamento commenti
Commenta la notizia