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I libri copiati di Amoroso, Dario Tomasello indagato

I libri copiati di Amoroso, Dario Tomasello indagato

L’inchiesta sui libri “scopiazzati” dal prof. Dario Tomasello al noto critico letterario ed ex docente dell’ateneo messinese Giuseppe Amoroso, che fu il suo maestro, per partecipare a un concorso nazionale d’abilitazione universitaria, c’era eccome.

E dopo un rimpallo tra varie procure d’Italia per stabilire la competenza territoriale è approdata a Messina. Adesso è stata chiusa dal sostituto procuratore Federica Rende, con la contestazione di tre reati al docente dell’ateneo messinese, in atto sospeso, Dario Tomasello, figlio dell’ex rettore.

Il magistrato gli contesta ora il plagio (ex legge n. 475/1925), la violazione del diritto d’autore (ex legge n. 633/1941), e infine la truffa. Sono tre le parti offese, oltre al prof. Amoroso sono infatti citati nell’atto di chiusura delle indagini preliminari il Miur, il ministero dell’Istruzione dell’università e della ricerca scientifica, e il prof. Giuseppe Fontanelli, che come altro concorrente in quel concorso insieme a Tomasello subì un grave danno. E oltretutto studiando meticolosamente tutti i testi scoprì i clamorosi casi di plagio.

Sono ben 12 i libri dai quali, secondo la consulenza che è stata fatta svolgere dal pm Federica Rende, il prof. Tomasello avrebbe “scopiazzato”: «nelle opere... pubblicate a suo nome e prodotte all’esame per l’abilitazione nazionale all’insegnamento universitario (nel settore 10/F2 – Letteratura italiana contemporanea), sono state copiate porzioni testuali più o meno ampie, con l’introduzione di varianti minime, opere del dott. Giuseppe Amoroso». Dodici libri pubblicati tra il 1998 e il 2013.

L’inizio nel 2014

Nel febbraio del 2014 il rettore dell’Università di Messina Pietro Navarra ricevette la denuncia del prof. Giuseppe Fontanelli e la trasmise al Miur e alla magistratura. Fu proprio il prof. Giuseppe Fontanelli, anch’egli allievo del prof. Amoroso, ad accorgersi del “saccheggio letterario” compiuto da Tomasello tra le pagine dei libri del suo maestro. Questo mentre i due docenti, Fontanelli e Tomasello, partecipavano al cosiddetto “Concorsone” per l’abilitazione nazionale. L’esito di quella valutazione è ormai noto: con la sua produzione “copiata” Tomasello ottenne l’abilitazione a professore ordinario nel settore Letteratura italiana contemporanea mentre il prof. Fontanelli, con una produzione in “originale” e di alto livello, non la ottenne.

Lo “stallo” al Miur

A questo punto il Miur, più volte sollecitato dall’Università di Messina, riconvocò ad ottobre 2015 la Commissione che aveva concesso l’abilitazione. La Commissione si riunì a dicembre 2015 e concordò all’unanimità che era sostanzialmente decorso il proprio termine di validità biennale, quindi era decaduta, e quindi non poteva, né doveva, rivedere il proprio giudizio sul candidato. L’abilitazione per Tomasello venne quindi confermata, però – ed è proprio questo uno dei passaggi “oscuri” della vicenda –, senza che la Commissione stessa riesaminasse gli atti, quindi senza che avesse espresso un giudizio di merito sull’esposto. Il Miur ad inizio 2016 informò il rettore Navarra che la Commissione per l’abilitazione non aveva modificato il giudizio su Tomasello, ma al contempo «si riserva di acquisire altri pareri».

La nuova commissione

A febbraio 2016 il Miur nominò una nuova Commissione tecnico-scientifica, che fu presieduta addirittura dal prof. Tullio De Mauro, e composta dagli altrettanto noti docenti Luca Serianni e Anna Dolfi. La Commissione si riunì, esaminò tutto, ed evidenziò la presenza di «ricopiature» nei testi di Tomasello.

Il caso in Parlamento

Nel marzo del 2016 il sottosegretario all’Istruzione Toccafondi rispose a un’interrogazione parlamentare dell’on. Francesco D’Uva del M5S. E alla Camera venne fuori la verità, cioé che la precedente Commissione già decaduta, in sostanza non aveva confermato un bel niente, ma “semplicemente” aveva sostenuto, appunto, d’essere decaduta.

Il nuovo giudizio

A maggio del 2016 il rettore Navarra ricevette dal Miur la relazione della Commissione tecnico-scientifica presieduta dal prof. De Mauro, e avviò il procedimento disciplinare chiedendo la sospensione di 12 mesi, la pena sospensiva massima applicabile, del prof. Tomasello. Il 3 agosto 2016 il docente venne sospeso per un anno, per aver plagiato i libri del prof. Amoroso. Fu il “verdetto” del Cda dell’Università, che accolse la proposta del Collegio di disciplina, che aveva recepito una richiesta del rettore Pietro Navarra.

Il primo atto. Nel maggio 2014 l’espostoin Procura

Cinque pagine di esposto. Più sette di “quadro sinottico”, con una dettagliata ricostruzione dei “trafugamenti”, ovvero un lungo elenco di libri e frasi estrapolate. Ma la sintesi era solo una: «I giudizi riportati dal Tomasello sono scimmiottescamente trafugati dai miei scritti e trasportati in quelli a sua firma».

Ecco l’esposto che il prof. Giuseppe Amoroso, uno dei critici letterari più noti in Italia, tramite il suo legale, l’avvocato Manfredi Gigliotti, presentò in Procura a Patti nel maggio del 2014. «Dalla documentazione in nostro possesso - dichiarò all’epoca alla “Gazzetta” il legale -, appare evidente come il lavoro del prof. Amoroso, esclusivo frutto del suo ingegno, sia stato trasferito, per diluizione, in vari lavori del signor Dario Tomasello. Appare altresì evidente come quest’ultimo abbia agito con artifici e raggiri».

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