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Questura, Cucchiara saluta, in arrivo Finocchiaro

Giuseppe Cucchiara

Un avvicendamento che in un primo momento era previsto per il settembre dello scorso anno ma che è slittato per il G7 che si è tenuto a Taormina a maggio. Il nuovo questore di Messina ha una lunga carriera svolta quasi interamente nella sua terra, la Sicilia. Mario Finocchiaro è nato a Catania ed è entrato in polizia nel 1985. A Palermo il suoi primi incarichi dirigendo la scuola allievi agenti ausiliari prima di diventare dirigente dell'ufficio scorte.

A più riprese finocchiaro ha lavorato alla questura di Caltanisetta ricoprendo il ruolo di vice dirigente della squadra mobile e dirigente della Digos e della stessa Mobile. Nel 2001 la promozione a primo dirigente della polizia di stato. Quindi di nuovo a Enna dove tra il 2004 e il 2009 è stato vide questore Vicario. Circa un anno e mezzo poi nella questura della sua città. Da Catania in Calabria dal dicembre 2010. Anche a Cosenza è vice questore vicario e nel maggio 2012 viene promosso dirigente superiore della Polizia di stato. Finocchiario viene quindi nominato questore di Crotone e poi di Agrigento a partire dal settembre del 2013.

Da qui il passaggio alla guida della questura di Messina dal prossimo primo luglio. Lo stesso giorno, quello che ormai è il suo predecessore, Giuseppe Cucchiara, assumerà la guida della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga. Un incarico di prestigio alla direzione di un organismo interforze composto da personale della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Ricca di soddisfazioni e risultati di rilievo l'esperienza di Cucchiara in riva allo Stretto.

La gestione del G7 il fiore all'occhiello durante il quale tutto è filato secondo le previsioni. Ma non meno prestigiose sono state le operazioni condotte in città e la vasta provincia. La Matassa sul presunto voto di scambio e gli intrecci politico mafioso tra il 2012 e il 2013. E la gamma Interferon, contro la mafia dei pascoli nella zona dei Nebrodi culminata con gli arresti di boss e affiliati alle famiglie che gestivano quei territori.

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