Nessuna ipoteca sulla salvezza. Il Messina dovrà ancora sudarsi l’obiettivo. I giallorossi non bissano il successo di Andria e sono costretti ad accontentarsi di un pari che va apprezzato per come si era messa la partita. Contro un avversario che ha badato a difendersi a oltranza dall’inizio alla fine, trovando casualmente il gol su gentile omaggio della difesa di casa, i giallorossi hanno avuto il merito di non perdere mai la bussola. Aspettando il momento opportuno, con un atteggiamento tattico ben più propositivo dell’iniziale 3-5-2, per trovare il meritato risultato con una nuova giocata d’alta scuola di Da Silva, arrivato al terzo sigillo da quando ha lasciato il Catania. Un sinistro ad evitare una beffa che ha rischiato di materializzarsi nella mite serata del “Franco Scoglio” con un Messina, privo del suo riferimento offensivo Anastasi (già ieri operato alla mano destra, ndr), apparso incapace di sfondare il muro eretto dall’ex Lello Di Napoli. Senza il chirurgico sinistro di Da Silva non sarebbe stato facile rimettere in piedi una partita che di bello ha avuto ben poco.
L’assenza di Anastasi, pesantissima nell’economia del Messina, non spinge Lucarelli a rivedere le sue previsioni tattiche. Il tecnico conferma il 3-5-2 visto ad Andria ma cambia qualcosa: De Vito va dietro a marcare, Sanseverino quinto di centrocampo con Foresta nella sua posizione preferita di interno in una mediana che ritrova il fosforo in regia di Musacci; là davanti c’è Madonia accanto a Milinkovic. Lello Di Napoli conferma lo stesso undici che ha superato il Siracusa: due soli ex in campo (Russo e Totò Cocuzza).
È il Messina a fare la partita con una costante pressione che non trova impreparata la difesa agrigentina. La sfida si mostra subito spigolosa e spesso interrotta da Prontera. La prima azione degna di cronaca è una non azione, ma una gomitata di Klaric ai danni di Rea che sfugge ad arbitro e assistente. Così al 20’ ci prova Longo, da casa sua, a scaldare il destro con un angolo troppo chiuso. La replica dei giallorossi è affidata a Musacci che dai venti metri obbliga Pane al primo volo. Il Messina fatica a superare il muro dei Giganti ai venti metri contro una squadra che si difende in nove affidandosi alla velocità dell’austriaco Klaric. E su una ripartenza ospite è Palmiero, al minuto 24, a cercare il gol della vita: buona la preparazione, pessima la conclusione. Le due difese lasciano le briciole, così Musacci ci prova ancora dalla distanza (39’) trovando una doppia deviazione. Lucarelli allarga le due punte, Madonia fa più il rifinitore che l’attaccante trovando, al 43’, un corridoio interessante per Foresta che in piena area perde il tempo per calciare verso Pane. Tutto qui un primo tempo tutt’altro che piacevole.
Le emozioni arriveranno nella ripresa. Addirittura dopo 35” l’Akragas si trova avanti grazie a un pasticcio difensivo dei giallorossi che lasciano Klaric, nell’area piccola, solo, libero di battere Berardi sfruttando l’assist di Palmiero. Tutto in salita il match per un’Acr costretta a rimontare un avversario che adesso serra la fila più di prima. Il Messina prova a scuotersi senza attaccare a testa bassa e quindi rischiare di scoprirsi. Al 9’ è il sinistro insidioso di Da Silva a chiamare Pane all’intervento. Poco dopo l’urlo inutile del “Franco Scoglio”: Madonia segna quando già la bandierina di Micheli è alzata per posizione irregolare del palermitano, gol annullato. Comincia a spingere con insistenza la squadra di Lucarelli, arrivando ancora al tiro con Milinkovic (16’): Pane sicuro. Il tecnico livornese osa con Ciccone arretrando Grifoni e passando al 4-2-3-1. La mossa si rivela azzeccata. Perché al 28’ è proprio una sponda di Ciccone a servire a Da Silva il pallone dell’1-1: il brasiliano stoppa ai diciotto metri e di sinistro fulmina di precisione Pane.
Il Messina non sembra accontentarsi, Lucarelli si gioca la torre Plasmati per provare a vincerla. Il lungo lucano tenta di scardinare il muro ospite con qualche spizzata che non procura gli effetti sperati. Non è un assalto all’arma bianca, perché idee ed energie latitano e nel recupero solo una conclusione di Foresta, neutralizzata da Pane, mette i brividi all’Akragas. Di Napoli allunga la serie utile e impone un pari dal retrogusto amaro a un Messina che non sfrutta il primo match-point salvezza.
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