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La differenza tra propaganda e realtà

La differenza tra propaganda e realtà

Un anno intero senza mense scolastiche. La Casa di Vincenzo più volte a rischio chiusura. E poi le strade in gran parte al buio. E la rete semaforica in tilt da settimane, con potenziali gravissimi rischi per l’incolumità di pedoni e automobilisti. Messina è anche questo. Non solo questo, sia chiaro, non è nostro costume mettere tutto in un calderone e fare un frullato di demagogia e populismo. Ma Messina, oggi 5 aprile 2017, è ancora lontanissima dall’essere una città vivibile e soprattutto dal potersi vantare di una particolare attenzione verso gli ultimi e le fasce sociali più deboli. Un’attenzione che, se c’è, esiste solo tramite atti sporadici, soluzioni tampone, interventi affidati al buon cuore del singolo assessore.

Ma il sindaco Renato Accorinti continua a non perdere occasione per propagandare una realtà enfatizzata all’esterno, con i suoi innumerevoli viaggi, e comparsate televisive, durante i quali appare ormai in tutt’Italia – tranne che nella propria città, guarda il paradosso... – come il paladino degli indifesi e degli oppressi.

Ieri Accorinti era a Bologna, dove ha preso parte alle Giornate dell’Altra Politica, organizzate alla Facoltà di Scienze politiche dell’Università felsinea. Nel pomeriggio è intervenuto al dibattito su “Democrazia e movimenti sociali” e, in particolare, alla discussione sui “Movimenti ambientali: tutti i nostri “No”». Nella locandina dell’incontro figurano Nicoletta Dosio (Movimento NoTav), Renato Accorinti (sindaco di Messina e rete NoPonte), Monica Di Sisto (Stop Ttip e attivista NoMuos). Ora, dopo tutte le polemiche sulle gite fuori porta e sugli scontrini rimborsati, si pone una questione seria, e non c’è bisogno di attendere l’ennesima conferenza stampa del capogruppo di Forza Italia Pippo Trischitta per auspicare che il sindaco di Messina, nell’occasione specifica, sia andato da semplice cittadino, a sue spese, non indossando la fascia tricolore e non impegnando somme della collettività. Lo scriviamo a chiare lettere, dopo averlo difeso nei mesi scorsi allorché partecipò all’ultima uscita ufficiale, prima della sua morte, del Premio Nobel Dario Fo.

Il nostro sindaco vive ancora una dicotomia, francamente ormai irresolvibile a un anno dalla fine del suo mandato, tra il ruolo pubblico e quello privato di attivista sociale impegnato sui vari fronti del No. Ci si potrebbe chiedere, ma ve ne accorgete solo oggi? No, ovviamente. Il problema, però, è che oggi si avverte ancor di più la necessità che Accorinti faccia di tutto per dare risposte agli abitanti del capoluogo e dell’intera Città metropolitana di cui è sindaco, ricordando che se è vero che il suo programma è stato votato ed è riconoscibile, è anche vero che da quando è salito sullo scranno più alto di Palazzo Zanca dovrebbe rappresentare tutte le esigenze, anche di coloro che non lo hanno votato, anche di quelli che, è solo un esempio, dicono sì al Ponte e non intendono manifestare in piazza contro il G7 di Taormina.

È emblematico lo sfogo della portavoce del Fronte popolare autorganizzato, Valentina Roberto, che in teoria è vicino ai temi e alle sensibilità del programma accorintiano: «Mi gonfiano i... – è l’espressione colorita – quando lo vedo dappertutto tranne che nei quartieri quando serve! La gente di Zafferia si sente presa per i fondelli quando il sindaco “degli ultimi” ignora una situazione grave come quella delle “Case fantasma”, dove viene invitato e non ci va». Ecco, Accorinti vada più a Zafferia e meno a Bologna o negli studi di Rai, Mediaset e La7.

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