Lo scandalo è esploso alcuni mesi fa ed ha messo in subbuglio la chiesa siciliana. Ora scattano i provvedimenti giudiziari nell'inchiesta sulla chiesa di Mazara del Vallo da realizzare nell'arco di cinque anni. La spesa: tre milioni e 500 mila euro in fondi della Cei e contributi della Regione. Ma non tutto è filato liscio nella gestione di queste somme secondo la Procura di Marsala che, nell'avviso di conclusione delle indagini, contesta il reato di truffa al vescovo Domenico Mogavero, indagato in un'altra inchiesta per appropriazione indebita per presunti ammanchi di milioni di euro e per un utilizzo improprio dei fondi dell’8 per mille.
Ma il colpo di scena è il coinvolgimento, nell'inchiesta sulla realizzazione della chiesa di Mazara del Vallo, del predecessore di Mogavero, monsignor Calogero La Piana, vescovo di Mazara dal 2002 al 2006 prima di arrivare a Messina e concludere la sua missione con le clamorose dimissioni del 24 settembre 2015 ufficialmente per motivi di salute. Anche a La Piana i pm di Marsala contestano il reato di truffa. In sostanza, secondo i magistrati, i due alti prelati avrebbero chiesto alla Regione il contributo per la costruzione della chiesa che però era già stata finanziata dalla Cei con un milione e mezzo di euro provenienti dall’8 per mille concesso dai fedeli. .
Secondo i legali di Mogavero: "I fatti risalgono al 2005, quando la Regione concesse il contributo di 1.3oo mila euro e, nel febbraio 2007, la Diocesi ottenne il finanziamento di 1.474.000 euro da parte della Conferenza Episcopale Italiana per la realizzazione del complesso parrocchiale San Lorenzo a Mazara del Vallo.
In particolare, secondo l'accusa, il Vescovo La Piana prima e, successivamente, nel corso della realizzazione dell'opera il Vescovo Mogavero, non avrebbero comunicato alla Cei il contemporaneo finanziamento della Regione". "Però - dicono sempre i due avvocati - la Cei non è stata mai tratta in inganno perché, anche se fosse stata portata a conoscenza del contestualmente contributo regionale, avrebbe ugualmente concesso l'ulteriore finanziamento".
La nuova tegola raggiunge monsignor La Piana a qualche mese di distanza dalla vicenda relativa all'eredità milionaria ottenuta dal prelato da un medico messinese dal quale era legato da rapporti di grande amicizia. Il professionista nominò La Piana erede universale di un importante patrimonio dando la stura a una serie di gravi illazioni tanto che lo stesso arcivescovo parlò di macchina dal fango. La Piana e la stessa diocesi messinese hanno sempre smentito la circostanza sostenendo che l'eredità sarebbe stata devoluta per intero all'arcidiocesi di Messina.
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