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Hotspot, un altro no

Hotspot in città, ancora proteste

“Voglio fare chiarezza”. Lo ripete ormai da settimane, come un ritornello, il sindaco Renato Accorinti:  “la realizzazione di un Hot spot a Messina non è neanche ipotizzabile”. In una nota mandata in tarda serata ieri alla stampa, il sindaco spiega che, durante il suo ultimo viaggio a Roma, due giorni fa,  ha incontrato il capo di Gabinetto del Ministro degli Interni, il prefetto Morcone, che soltanto fino a poche settimane fa era anche il capo del dipartimento delle Libertà civili. Il primo cittadino gli ha ribadito la contrarietà dell’amministrazione messinese al modello Hot spot. “L’accoglienza che la città promuove da tempo – ha spiegato Accorinti è di tipo diffuso,  rivolta ai processi inclusivi di recupero della dignità del migrante del suo  progetto migratorio e aderente al principio di autodeterminazione.” Quello dell'Hot spot, secondo Accorinti è invece il  modello della “non-accoglienza” ,  i cui fenomeni degenerativi sono sotto gli occhi di tutti: grandi numeri con inevitabili tempi di permanenza, privazione della libertà individuale, ulteriori traumi per persone che hanno già subito violenze e sofferenze fisiche e psicologiche. “L’impegno ad investire nel Sistema di protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (Sprar), invece – ha proseguito il sindaco- vuole caratterizzare il dovere di accoglienza che l’amministrazione ha sposato.” “Il comune di Messina,  pur avendo appreso la notizia dalla stampa- ha assicurato il primo cittadino- non ha ricevuto alcuna comunicazione ufficiale, né dal Ministero, né dalla Prefettura. Prima, quindi, che ciò avvenga, vuole mandare al Governo  un messaggio chiaro che non lasci spazio ad alcun fraintendimento: l'Hot spot a Messina, non s'ha da fare.

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