Sarebbe molto facile attribuire la responsabilità alla giovane età o al fatto che tutti hanno vissuto il periodo dell’adolescenza fra l’eccesso e la voglia di infrangere tutte le regole. E sarebbe ancora più facile dire che i tempi sono cambiati e che i “giovani di oggi” sono molto più arroganti e spudorati di quelli di un tempo. Una cosa è certa: se gli adolescenti possono passare i loro fine settimana fra locali, bar e discoteche, alternando una bottiglia di birra a un cocktail, i cui componenti sono a loro stessi ignoti, è perché gli è consentito farlo. Di chi è la colpa – se di colpa è lecito parlare? Di tutti e di nessuno: dalla famiglia che riempie i portafogli (quella che ovviamente può permettersi di farlo) senza curarsi di come le paghette vengono investite, ai gestori dei locali che mettono al primo posto i loro guadagni, al barman che pur di non perdere il lavoro si attiene alle direttive del capo, al diciottenne che passa sottobanco i superalcolici agli amici minorenni. Ma le vere vittime sono proprio loro: i ragazzi in età compresa fra i 13 e i 17 anni.
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