Messina
L’incendio alla villetta del teste che ha contribuito all’avvio delle indagini sfociate nell’operazione antidroga “Refriger” è costato una condanna al presunto mandante. A Francesco Turiano, di Mangialupi, considerato la “mente” del grave gesto portato a compimento in quel di Acqualadrone, la prima sezione penale del Tribunale di Messina, presieduta dal giudice Silvana Grasso, ha inflitto sei anni e sei mesi di reclusione, meno di quanto sollecitato dal pubblico ministero, il sostituto procuratore della Dda Maria Pellegrino (7 anni). Il collegio ha infatti riqualificato il reato originario da incendio aggravato dal metodo mafioso a danneggiamento con l’aggravante sempre dell’art. 7.
Secondo quanto emerso dalle indagini, Turiano, difeso dagli avvocati Salvatore Silvestro e Tino Celi, avrebbe ordinato direttamente dal carcere quella spedizione a Giovanni Panarello e a Salvatore Arena. I quali entrarono in azione nel 2014. E soprattutto per questa faccenda, il ministero di Giustizia ha deciso di applicare la misura del “41 bis” a Turiano.
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