«Vorremmo dire di no, ma lo facciamo per i lavoratori». Evidentemente è servita la composta presenza di una cinquantina di tute arancioni nel pubblico a convincere diversi consiglieri. Da Trischitta a Carreri sono in tanti a “dedicare” a quegli uomini di MessinAmbiente il loro sì. Quello che ha portato al primo vagito della MessinaServizi Bene Comune Spa, la società che dovrà raccogliere, fra non meno di tre mesi, il testimone di MessinAmbiente. Un primo passo, magari più simbolico che sostanziale quello di ieri, perché a stretto giro dovrebbe arrivare anche il nulla osta dell’aula per l’affidamento del servizio da 45 milioni di euro. Altrimenti la “newco” sarebbe solo una scatola vuota. Comunque un momento chiave. Pesano, chissà, anche in ottica sfiducia, i 18 voti favorevoli arrivati dopo oltre 3 ore di dibattito che ha avuto sussulti solo nel finale. A scaldare gli animi la bocciatura dell’emendamento che avrebbe cassato le parole “Bene Comune” dal nome della società. “Troppo ideologizzata” ha detto Trischitta, che ha parlato «della peggiore delibera che abbia mai votato»… ma con un Sì. Nino Carreri (Dr), che lo ha definito «l’ultimo voto a favore di Accorinti», Burrascano ( Megafono), che era fra i proponenti l’emendamento, con Daniela Faranda (Ncd), vengono addirittura rincorsi nei corridoi di Palazzo Zanca dall’assessore De Cola perché rischiava di saltare, dopo il primo voto, il numero legale sulla immediata esecutività. Sono stati 18 i sì (trasversali), un contrario e tre astenuti. Solo metà aula ha votato una delle delibere “svolta” degli ultimi 45 mesi, perché è questa company che manderà in soffitta, dopo 19 anni, una società «fatta anche di malaffare e clientelismo – ha detto l’assessore Daniele Ialacqua – oltre che di sacrifici e lavoro per gli operatori». La seduta parte in ritardo perché alla prima chiamata si presentano in 17, alla seconda in 21, il minimo. «Gli assenti sono irresponsabili – dice Carlo Abbate – oggi si fa politica per la città, mercoledì arriveranno i politicanti che pensano solo alle elezioni». Non si presentano però nemmeno due dirigenti chiave come il ragioniere generale Cama e quello all’Ambiente Castronovo. Manca pure il sindaco con le sue deleghe al Bilancio mentre l’ex assessore Eller è in tribuna a seguire i lavori. Serrato il botta e risposta fra Antonella Russo (PD) e l’assessore Ialacqua sui temi caldi dell’atto. Dalla comunicazione all’Anac e alla Corte dei Conti, alla preoccupazione per i soli 100.000 euro di capitale sociale, dalla mancanza di una asseverazione terza che confermi il risparmio di 21 milioni in sei anni rispetto alla soluzione di un affidamento a privati, al timore per le operazioni di mobilità (in coro con Trischitta) dei lavoratori fra le due società dopo l’entrata in vigore della legge Madia. Ialacqua e il direttore generale Le Donne spargono ottimismo, specie sul futuro dei 550 lavoratori. «Ci sono leggi regionali e i contratti nazionali a tutela», dicono. Il voto è molto più ampio del previsto, ben oltre gli schieramenti di una mozione di sfiducia lontana solo 48 ore. Non c’è aria da ultimo giorno di scuola, ma due notti possono far cambiare umori e posizioni.
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