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Messina, domani il giorno del giudizio

Il Messina attende i nuovi soci

Domani sarà il giorno del giudizio. In ballo c'è l'ingresso nell'Acr Messina degli imprenditori calabresi che la scorsa settimana avevano firmato un preliminare, accordo che, tuttavia, impegnava più l'ex presidente Natale Stracuzzi che la parte acquirente che, prima dell'acquisizione del club, ha chiesto, peraltro opportunamente, di verificare i bilanci della società giallorossa per capire se il monte debitorio si può abbattere con le risorse stanziate per chiudere l'operazione o se, nelle pieghe dei contenziosi, si nasconda qualche ulteriore insidia non prevista che farebbe saltare il banco. Alla finestra c'è il gruppo capeggiato dall'avvocato Massone che non ha proprio riscaldato il cuore dei tifosi giallorossi per via di un curriculum non proprio esaltante nelle precedenti esperienze avute all'estero. Ma nonostante l'ostilità della piazza, non è da escludere un ingresso in quota in un'operazione salvataggio dalle larghe intese. Da valutare anche il ruolo di Stracuzzi e Oliveri, detentori dell' 88% delle quote, rimasti, però, corpi estranei dopo l'ultimo calciomercato in cui , invece, i soci di minoranza, Gugliotta e Micali, e il gruppo palermitano capeggiato da Gallina, spalleggiando il tecnico Lucarelli e garantendo la nuova fidejussione, hanno evitato lo smembramento della squadra.
Una matassa che dovrà essere sbrogliata perché in ballo c'è proprio la sopravvivenza del club stesso. Il coinvolgimento di più soggetti, ma che abbiano la stessa visione e condivisione dei progetti, potrebbe essere la carta vincente per sbloccare l'impasse in cui è piombata l'Acr Messina anche se, nel mondo del calcio, sono rari gli esempi in cui tutti i soci vanno d'amore e d'accordo. E forse è anche utopistico pensare che a farlo siano persone con attività e obiettivi da raggiungere così diversi.

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