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Lavori per il “G7”, nuove regole

Lavori per il “G7”, nuove regole

Un emendamento del ministro per la Coesione territoriale, Claudio De Vincenti, ha rivisitato e corretto nelle scorse ore il “decreto delle polemiche” (il n. 243 dello scorso 23 dicembre) con il quale il Consiglio dei Ministri ha disposto le procedure semplificate per i lavori (sinora non avviati) per il “G7” di Taormina.

La procedura negoziata potrà essere utilizzata solo con motivazioni puntuali e adeguate gara per gara. Si tratta di un primo argine che arriva dopo i rilievi dell’Anac fatte in Commissione Bilancio alla Camera dal presidente Raffaele Cantone, e dopo anche la presa di posizione del presidente della Commissione antimafia, on. Nello Musumeci, e le proteste del presidente Ance Gabriele Buia.

Sulle deroghe alle norme ordinarie del codice degli appalti, per far fronte al ritardo di eventi programmati da tempo, come nel caso del “G7”, si era palesato il malumore soprattutto di Cantone che aveva lamentato il rischio di infiltrazioni e, quindi, società “inquinate” tra quelle interessate a partecipare ai lavori. Si punta, insomma, ad una corretta attuazione della norma per scongiurarne usi distorti, mentre comunque il tempo scorre, la scadenza del 26 e 27 maggio si avvicina e, come detto, l'avvio dei lavori rimane un rebus.

In queste ore aumentano le preoccupazioni a Taormina su quando verranno avviati gli interventi finanziati dal Governo con 15 milioni di euro nella Legge di Bilancio 2016. Adesso, dunque, sarà sempre possibile “dribblare” il bando, ma per farlo bisognerà motivare la propria scelta. La prima versione dell'articolo 7, che ha scatenato le proteste di più parti e la richiesta di correzioni, dava via libera incondizionato al commissario straordinario per la realizzazione degli interventi sul territorio ed al capostruttura di missione del “G7” italiano. Per tutti gli appalti di lavori, forniture e servizi si poteva perciò utilizzare la clausola dell'articolo 63 comma 1 del Codice appalti: quindi procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando di gara. Da qui le polemiche e le proteste che hanno portato a rimodellare la normativa con un emendamento portato dal Governo in commissione Bilancio, che delimita il perimetro delle deroghe applicabili e va a limitare la possibilità di effettuare la trattativa privata senza bando. La procedura speciale potrà essere applicabile soltanto «sulla base di motivazione che dia conto, per i singoli interventi, delle ragioni di urgenza e della necessità di derogare all’ordinaria procedura di gara, per motivi strettamente correlati ai tempi di realizzazione degli stessi nei termini necessari a garantire l’operatività della strutture a supporto della medesima presidenza italiana del G7». La deroga, in ogni caso, ha spiegato De Vincenti, rimane sostanzialmente in essere poiché «l'applicazione della procedura di cui al citato articolo 62 del Codice (procedura negoziata con bando) non consentirebbe di rispettare i tempi assai ristretti ancora a disposizione». Chiarita e risolta questa vicenda, al “G7” mancano ormai solo 110 giorni ed è corsa contro il tempo per sbloccare l'impasse.

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