Solo l'autopsia potrà chiarire come sia morto il vigile del fuoco 55enne di Roccalumera, Roberto Scipilliti. Finora un vero e proprio mistero. Il cadavere è stato ritrovato sabato pomeriggio, dopo giorni di ricerche, in un dirupo lungo la strada provinciale Savoca-Scopelliti-Rina. Da una prima ricognizione non sono stati trovati segni di violenza,solo il volto tumefatto ed escoriazioni alle braccia che l'uomo si potrebbe essere procurato nella caduta. Sulla vicenda il sostituto procuratore Antonella Fradà ha aperto un'inchiesta ed ha disposto l'autopsia che potrebbe dare una spiegazione ad una morte ancora senza risposta e che presenta molti interrogativi. Tante le piste che i Carabinieri della Compagnia Messina Sud stanno battendo a cominciare proprio da quella della caduta accidentale nel burrone. Caduta nella quale il pompiere ha battuto violentemente la testa su una roccia, perdendo i sensi. La morte potrebbe essere sopraggiunta in un secondo momento. Ma sono solo ipotesi. La famiglia del vigile del fuoco si chiede come l'uomo sia arrivato in quel luogo impervi e perchè. Scipilliti aveva parcheggiato il fuoristrada sul lungomare di S.Teresa dov'è stato poi ritrovato. Per arrivare alle porte della frazione Rina, un posto isolato ed assolutamente non di passaggio, Scipilliti, sarà salito su un'auto e con un'altra persona ed ha raggiunto il posto in cui la strada è interrotta a causa di una frana. Quindi sicuramente qualcuno sa perchè Scipilliti sia arrivato fin lassù e per quale ragione. Al momento gli investigatori escludono la tesi del suicidio e non hanno alcun elemento però per accreditare la pista dell'omicidio. Un rebus di difficile soluzione come complicato è stato trovare il corpo del 55enne di Roccalumera, rintracciato grazie al fiuto di un cane delle unità cinofile dei vigili del fuoco che da giorni battevano la zona.
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