Torna nuovamente alla ribalta la vicenda del demansionamento nei confronti di alcune unità di personale in forza al Policlinico universitario “Gaetano Martino”.
Quattro funzionari attaccano la direzione generale della struttura in un esposto trasmesso alla Procura di Messina; al ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca; al ministero della Giustizia; alla Procura regionale della Corte dei conti - Sicilia; alla Presidenza della Regione Sicilia; alla Commissione parlamentare antimafia siciliana; alla Commissione parlamentare Servizi sociali e sanitari dell’Ars; all’Autorità nazionale anticorruzione; alla Commissione nazionale antimafia.
I dottori Pietro Sciglitano, Paolo Todaro, Daniele Maisano e Antonino Manfrè, poiché «le richieste di accesso agli atti, avanzate da alcuni medici già destinatari di delibera di nullità ed aventi ad oggetto le posizioni di altri dipendenti, sono state rigettate dal commissario straordinario», chiedono alla Procura «di acquisire gli atti relativi a tutti i procedimenti attualmente in corso relativi all’esame delle posizioni di altri dipendenti il cui status sia equiparato e/o equiparabile» a quella degli scriventi, «nonché copia dei verbali delle commissioni valutatrici ad hoc nominate dal direttore generale o dal commissario». Inoltre, sollecitano la magistratura e gli altri soggetti chiamati in causa a verificare, preliminarmente, «se la nomina del dottor Senzio Giuseppe Laganga (nuovo dg, ndc) sia legittima e se lo stesso possieda i requisiti per assumere e mantenere l’incarico». A quest’ultimo viene contestato dai quattro medici di «aver omesso di demansionare altri dipendenti del Policlinico universitario, la cui posizione è esattamente identica a quella dei soggetti già destinatari delle delibere di nullità» o se «abbia commesso violazioni di legge o omesso atti dovuti», recita l’esposto trasmesso anche agli organi di stampa. Inoltre, i quattro medici s’interrogano «perché neppure il prof. Navarra, rettore dell’Università degli Studi di Messina, destinatario di innumerevoli sollecitazioni, si sia mai preoccupato di intervenire per riportare equilibrio in detta vicenda sebbene la stessa spieghi effetti su dipendenti universitari». Dalla denuncia emerge che il dg Laganga ha assunto sulla vicenda la stessa posizione del suo predecessore Marco Restuccia. In particolare, i quattro sono stati destinatari di una delibera di nullità di un altro precedente atto, «risalente ad oltre dieci anni addietro», con cui la loro posizione «era stata equiparata a quella di dirigente medico e/o biologo». Ma «Restuccia, ritenute illegittime le delibere di equiparazione, le dichiarava nulle e disponeva il trasferimento dei medici e biologi demansionati, destinandoli ad altri programmi». Ragion per cui si sono rivolti alla Procura, invitandola a valutare la legittimità della determinazione in questione, ritenuta «gravemente lesiva dei diritti personali e patrimoniali delle parti», eccependo altresì la disparità di trattamento da parte della direzione generale nei confronti di alcuni dipendenti rispetto ad altri.(r.d.)
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