Ancora una classifica e ancora Messina che si dibatte per uscire, faticosamente, dalla “zona retrocessione”. Stavolta i risultati sono quelli contenuti nel Report sulla “Qualità della vita 2016” redatto dal quotidiano economico “Italia Oggi”. La nostra città (in realtà il dato è su scala provinciale) si colloca al novantasettesimo posto, salendo di uno scalino rispetto al 2015. Magra consolazione, visto che ci ritroviamo, comunque, tra le ultime 15 realtà italiane su un totale di 110. E come sempre, il Sud è confinato in coda: dietro Messina, ci sono Vibo Valentia, Pescara, Carbonia, Medio Campidano, Reggio Calabria, Imperia (unica provincia del Nord), Palermo, Caltanissetta, Trapani, Agrigento, Napoli, Siracusa e Crotone. Ci superano, seppur di poco, Catanzaro, Foggia, Enna, Catania e via via le altre, arrivando ai primi cinque posti occupati da Mantova (provincia leader), Trento, Belluno, Pordenone e Siena.
Il primo degli indicatori sui quali si basa la ricerca riguarda gli affari e il lavoro. Desolante, ma non è una novità, è il nostro tasso di occupazione: siamo al centocinquesimo posto, peggio di noi solo Cosenza, Palermo, Siracusa, Agrigento e Crotone. Riguardo all’ambiente, Messina conquista il settantottesimo posto e deve dire grazie (lo si è notato già nella classifica di Legambiente) all’aria dello Stretto, ripulita dalle polveri sottili. Anche in questo Report vi sono i parametri relativi ai consumi idrici, alla dispersione nella rete, al consumo annuo pro capite di energia elettrica, alla presenza dei pannelli solari fotovoltaici sugli edifici pubblici, alle piste ciclabili, alle zone a traffico limitato, al trasporto pubblico e al verde. Su questo ultimo fronte, la provincia si colloca all’ottantacinquesimo posto mentre per frazione di territorio destinato ad aree verdi nel Comune capoluogo siamo addirittura primi. Roba da non credere. E infatti non ci crediamo proprio: c’è qualcosa che non quadra se Messina è in prima posizione e il capoluogo dell’Umbria verde, Perugia, è settantacinquesima.
Nella classifica della criminalità non siamo poi messi così male: al quarantottesimo posto, anche se perdiamo dieci posizioni rispetto al 2015 peggiorando sia per i reati contro la persona sia per quelli contro il patrimonio, ma anche per le violenze sessuali. Miglioriamo invece nel capitolo relativo agli omicidi e ai sequestri di persona o al traffico di stupefacenti.
Nella classifica del disagio sociale siamo al 63° posto, per i servizi finanziari al 101°, riguardo al sistema salute al 35°, per il tempo libero al 57° e per tenore di vita all’89°. Un Report, comunque, da approfondire nei prossimi giorni.(l.d.)
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