Il giorno dopo lo sbarco di migranti c'è un rituale sempre uguale e sempre triste e drammatico. Prefettura, Questura e Comune da ieri non hanno smesso di lavorare per trovare una sistemazione alle 217 persone ed alle otto salme sbarcate ieri mattina al molo Marconi dalla Nave di medici senza frontiere. Otto cadaveri di uomini, sei dei quali trovate su un gommone nel canale di Sicilia e due consegnate ai volontari dell'associazione umanitaria da un'altra nave che aveva effettuato il soccorso di un barcone. Sullo sbarco di ieri il sostituto procuratore Alessia Giorgianni ha aperto un'inchiesta e disposto l'autopsia sulle salme che sono state trasportate in vari obitori, al Policlinico, al Papardo e negli ospedali di Milazzo e Taormina. Gli investigatori della Polizia in queste ore stanno interrogando i migranti per identificare ed arrestare gli scafisti. E dai loro racconti come sempre emergono storie di disperazione, di soprusi, delle percosse subite durante viaggi spesso interminabili dai paesi subsahariani, fino alle coste libiche e sui barconi sempre alla ricerca di una vita migliore.
Fra i 217 migranti giunti ieri a Messina c'erano anche 38 minori non accompagnati che sono stati distribuiti fra la caserma Gasparro ed altre case di accoglienza di Messina e provincia. I maggiorenni invece sono stati subito smistati in altre regioni italiane in particolare Emilia Romagna, Lombardia e Basilicata. Solo alcuni sono stati trasferiti al Cara di Mineo.
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