Il nuovo simbolo, anche se è soltanto temporaneo, campeggia da stamattina sulla porta del gruppo a palazzo Zanca. Non c'è stato neanche bisogno del passaggio al misto, come nei giorni scorsi era stato immaginato. L'addio allo scudo crociato è stato repentino. Dopo il battesimo dell'Ars e dopo la nascita a Milazzo, anche al comune di Messina, dalle ceneri dell'Udc, è stato costituito il nuovo gruppo “Centristi per la Sicilia”. Tutti i cinque consiglieri, eletti nel 2013 nella lista del partito di Lorenzo Cesa, hanno deciso di seguire l'ex presidente, Gianpiero D'Alia. La crisi che ha provocato le dimissioni del deputato messinese è scoppiata dopo che lo stesso aveva definito “morta” l'UDC . Dichiarazione che gli era costata la sospensione da parte del segretario nazionale. Il malumore di D'Alia però aveva origini lontane e si era acuito dopo i vari commissariamenti in Sicilia, l'avvicinamento di Cesa a Forza Italia e il sostegno dell'Udc alle ragioni del No. Da oggi, dunque, il capogruppo Mario Rizzo e i consiglieri Andrea Consolo, Libero Gioveni, Francesco Mondello e Maria Perrone faranno parte della nuova corrente di moderati che segue il percorso già avviato dallo stesso D'Alia con Pierferdinando Casini, volto alla costituzione dell'area Popolare con l'NCD del ministro Angelino Alfano e dei parlamentari messinesi: regionale Nino Germanà e nazionali Vincenzo Garofalo e Bruno Mancuso. “Centristi per la Sicilia”, però, dopo il referendum del 4 dicembre potrebbe estendersi a tutto il Paese con la nuova denominazione “Centristi per l'Italia”. Ma nel frattempo si cominciano a definire nuove alleanze e nuovi apparentamenti e i giochi per le prossime campagne elettorali, a partire dalla regionali isolane, sono dunque ufficialmente aperti.
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