Tante componenti cittadine, un’unica levata di scudi: «Sul Ponte Accorinti non rappresenta Messina». Lo affermano, in un documento che annuncia la convocazione di una conferenza stampa per domani mattina (alle 10, a Palazzo dei leoni), la Rete civica per le infrastrutture nel Mezzogiorno, sindacati come la Cisl e la Uil, l’Associazione costruttori, la Confcommercio, gli Ordini di architetti, ingegneri, avvocati, commercialisti, geologi, le Acli, il movimento Reset, Cittadinanzattiva, Confartigianato, Confesercenti, le associazioni “Mondonuovo” e “Riabilitiamo Messina”. «Nei prossimi mesi si deciderà il futuro delle Città metropolitane che fanno capo a Messina e Reggio Calabria – si legge nel documento – se agli annunci del presidente del Consiglio Renzi seguiranno i fatti, nulla sarà più come prima. Si aprirà una fase durante la quale dovranno essere compiute scelte che muteranno dalle fondamenta la struttura economica, sociale e culturale dell’Area dello Stretto, della Sicilia e della Calabria. Di fronte a questi cambiamenti epocali non è più tempo di “No senza se e senza ma” e di piagnistei mirati alla concessione di esigue risorse sganciate da ogni visione di insieme.
Oggi è necessaria una leale collaborazione dalla quale i cittadini messinesi e reggini possano trarre i maggiori benefici possibili. Occupazione in primo luogo, ma non solo. Vi sono anche altri aspetti sociali, economici, ambientali e culturali, che richiedono una tale molteplicità di competenze, capacità di collaborazione e di mediazione impossibili da ritrovare in chi della lotta contro il Ponte ha fatto una ragione di vita e a essa deve le sue fortune politiche. Le folkloristiche partecipazioni a talk show televisivi – è l’affondo rivolto ad Accorinti – finiscono per dare un’immagine distorta di una città che è ormai in fondo a tutte le classifiche sulla qualità della vita. Constatiamo che, ancora una volta, l’eterna lotta contro il Ponte del sindaco peloritano viene palesemente strumentalizzata per stornare preziose risorse a favore di altre realtà geografiche. Le ingenti risorse economiche necessarie alla realizzazione del Ponte e delle infrastrutture autostradali e ferroviarie connesse, se non vengono investite sul nostro territorio saranno spese non per le scuole e per la sicurezza di Messina, Villa e Reggio, ma semplicemente in altre opere pubbliche al Centro e al Nord come già accaduto nel 2012 quando le somme del Ponte furono stornate per l’Alta Velocità Genova-Milano. Messina e la Sicilia, Reggio e la Calabria non possono più consentire che siano condotte sulla pelle dei loro cittadini guerre ideologiche finalizzate a placare ossessioni pseudo ambientaliste».(l.d.)