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Quell’Accorinteide andata
in scena su Raitre

Quell’Accorinteide andata in scena su Raitre

È andata in scena una sorta di “Accorinteide” ieri sera, poco dopo le 20, sui Raitre, nel corso della rubrica “FuoridiRoma”, una serie di reportage sulle città italiane ideati e realizzati da Concita De Gregorio. Ottima la confezione del prodotto, bravissima la giornalista, ma è sembrato di assistere ad una trasmissione fatta all’indomani della vittoria elettorale di Renato Accorinti. Come se Messina si fosse fermata alla primavera del 2013, come se non ci fossero stati questi tre anni di indubbio impegno ma anche di tante risposte non date e di grandi delusioni.

Accorinti ha esaltato il suo trionfo “dal basso”, quel “vento di follia” che nessuno si aspettava in città e che ha scardinato vecchie logiche e interrotto il dominio dei poteri forti e del malaffare. Si è trovato a suo agio, al microfono offerto dall’ex direttrice dell’Unità, nel raccontare la Messina ricevuta in eredità da Buzzanca o Genovese&C, quella che il sindaco “tibetano” dice di aver dovuto ricostruire da zero, come Hiroshima e Nagasaki dopo il passaggio della bomba atomica.

Ma non vi è stato cenno ai tre anni e più ormai di governo “dal basso”. Non si è fatto alcun riferimento al profondo malessere di una cittadinanza che sperava davvero nel vento del cambiamento e finora, tranne qualche rara eccezione, ha visto poco o nulla di quella svolta epocale promessa dal messia-buddha, dal sindaco-monaco entrato tre anni fa scalzo a Palazzo Zanca (oggi deve avere proprio i piedi bruciati vista la quantità di carboni ardenti sui quali ha dovuto camminare in tutto questo periodo...).

Anche tra coloro che sono stati intervistati, è prevalsa l’analisi del successo inaspettato, quelle delle Amministrative del 2013, ma senza gettare alcuno sguardo su quanto accaduto nei quasi quaranta mesi successivi, come se la trasmissione fosse stata registrata nel giugno-luglio di tre anni fa.

E c’è un’affermazione che suona insopportabile e che ci sentiamo di confutare, dati alla mano: «Abbiamo avuto e abbiamo tutti contro, la stampa, i poteri forti». Non c’è stato, almeno nella storia recente di Messina, un sindaco che sia stato guardato con maggiore curiosità e simpatia dalla città e che abbia avuto una luna di miele così lunga, grazie anche al ruolo imparziale e obiettivo svolto dagli organi di stampa, forse non tutti, ma generalizzare al contrario è altrettanto ingiusto e profondamente sbagliato.

Accorinti, pur isolato in consiglio comunale (ma è l’effetto della legge elettorale e della sua stessa vittoria a sorpresa al turno di ballottaggio), ha avuto e, paradossalmente, ha ancora oggi tutte le condizioni per governare la città attuando il programma votato dagli elettori. Se non c’è riuscito, o vi è riuscito ancora solo in piccola parte, non può prendersela con gli “Illuminati”, la setta diabolica che secondo i complottisti regge le sorti del mondo, con gli “alieni”, con i massoni incappucciati che passerebbero le loro serate a tramare contro la “giunta dal basso”. Da un consiglio a netta maggioranza “genovesiana” Accorinti ha avuto votati tutti i principali atti proposti in Aula, dai bilanci allo stesso Piano di riequilibrio. Molte delle cose che venivano rimproverate ai suoi predecessori, ad Accorinti sono state consentite, perché gli si è dato un “bonus” in più, derivante dal suo passato di impegno civile e dalla sua specchiata trasparenza. Ma dopo tre anni non si può far finta che il tempo non sia trascorso e che siamo ancora all’indomani del trionfo che ha portato il “campione degli ultimi” al governo della sua città. Se la “rivoluzione” fallirà, la colpa non potrà essere addebitata solo e soltanto ai nemici esterni.(l.d.)

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