Un vertice straordinario per assumere provvedimenti altrettanto straordinari. Quella dei rifiuti è un’emergenza ma anche una “guerra” e ognuno la combatte con le armi a propria disposizione. In risposta alla Regione siciliana che con le recenti ordinanze firmate dal governatore Rosario Crocetta ha messo in ginocchio centinaia di Comuni nell’Isola, l’amministrazione Accorinti intende compiere i propri passi. Da un lato, il ricorso al Tar contro l’ordinanza che ha limitato il quantitativo di rifiuti da conferire in discarica. Dall’altro, la possibilità di valutare misure eccezionali (compresa la riapertura della stazione di trasferenza a Pace), nell’ambito degli «interventi contingibili e urgenti» che spettano al sindaco e che sono previsti dalla legge «per la salvaguardia dell’ambiente e a tutela della salute dei cittadini».
È questo, infatti, l’obiettivo della riunione convocata per stamane alle 9, nella sede dell’assessorato all’Ambiente. A presiederla l’assessore Daniele Ialacqua che ha invitato tutti i soggetti che hanno competenze: oltre al sindaco Accorinti, il segretario-direttore generale del Comune Antonio Le Donne; il dirigente dell'Area tecnica, Antonio Amato; i commissari della Srr-Ato3; i rappresentanti del Dipartimento Ambiente e Sanità; il commissario straordinario e i tecnici di MessinAmbiente, il comandante della polizia municipale.
L’emergenza è ben lungi dall’essere sconfitta. Ieri gli autocompattatori hanno liberato alcune zone della città, ma tante altre rimangono ancora disseminate, se non addirittura sommerse, di cumuli di immondizia non raccolta da settimane. Ed è un’emergenza destinata a riproporsi continuamente se non si interviene sul piano strutturale. Il Comune, come ha più volte sottolineato l’assessore Ialacqua, condivide l’obiettivo della Regione siciliana di arrivare al più presto a quote molto più alte delle attuali di raccolta differenziata. Ma proprio perché si è avviato un percorso con tappe scadenzate (31 agosto, 30 novembre), al termine delle quali il Comune deve dare conto e ragione dei progressi compiuti su questo versante, è sembrato ancor più incomprensibile l’atto d’imperio del governatore Crocetta e la sua disposizione che ha impedito di smaltire nella discarica di Motta Sant’Anastasia una parte rilevante della spazzatura prodotta in città. In questo momento, si viaggia su equilibri troppo precari e basta un nonnulla – gli effetti di una giornata di maltempo, il vento, ventiquattr’ore di sciopero o qualche altro evento accidentale – perché si determini una crisi destinata poi a durare settimane. Nel caso di questo maledetto luglio 2016, ciò che ha sconvolto la già difficile gestione del settore è molto più che un nonnulla, è una decisione calata dall’alto senza tenere conto dell’attuale situazione dei singoli Comuni. Nè va dimenticato che gli enti locali non sono liberi di realizzare a proprie spese, e sul proprio territorio, gli impianti in grado di liberare le città dalla “schiavitù” delle discariche. E, dunque, è il classico cane che si morde la coda. La Regione fa la voce grossa con i deboli e mette in mora quegli stessi Comuni che finiscono in ginocchio per effetti dei provvedimenti (o dei mancati provvedimenti) regionali.
Le responsabilità sono certamente da ricercare anche a livello locale, perché vi sono aspetti incomprensibili nella raccolta effettuata nei periodi di emergenza, visto che ancora una volta alcune zone della città hanno sofferto poco o nulla, e altre non vedono un mezzo di MessinAmbiente da settimane.
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